Eccomi con il secondo appuntamento Topshouneniano. Oggi si andranno a prendere in considerazione le posizioni intermedie.
Purtroppo risultero' un po' incoerente... perche' sebbene come gia' ho spiegato, ritenga molto validi alcuni manga usciti nei tempi recenti, il mio cuore, noterete, appartiene principalmente a una fase del fumetto nipponico giapponese.. quello collocata negli anni '80 e '90.
Iniziamo ordunque!
Decimo Posto: Crows (di Hiroshi Takahashi)
In Italia la storia editoriale dello yankee manga di Hiroshi Takahashi e' parecchio singolare. Viene pubblicato prima Worst... il suo SEGUITO, con i vari personaggi apparsi negli ultimi volumi belli cresciuti e maturati, e poi a distanza di non so quanti anni, inizia la pubblicazione della prima serie, sotto forma di "prequel". Queste premesse lasciano gia' intendere quanto poco gliene freghi alle case italiane di questo piccolo gioiello del fumetto giapponese.
L' autore dell' opera si e' praticamente da sempre mosso in questo genere: scuole cadute in rovina, rigorosamente maschili, in cui vige la legge del piu' forte e gli scontri sono all' ordine del giorno, rivalita' fra gang, protagonisti semplicissimi ma che man mano che si va avanti acquistano un carisma ineguagliabile.
E' un clone di Shonan Junai Gumi forse? No, e non raggiunge il livello di profondita' di Fujisawa. Punta su altri elementi. In questa serie, il protagonista Bouya cerca da se lo scontro, l' avversario piu' forte. E' il suo pane quotidiano. Leggendo Crows, ci si rende conto le risse non sono altro che un modo che questi "Corvi", questi reietti della societa', usano per dare un senso alla loro esistenza.
Raramente, per non dire mai, ci sono figure femminili o scene in un contesto familiare di qualche tipo. Esiste solo la scuola, i tuoi amici, i tuoi rivali e le botte che si danno e si ricevono. E sara' cosi' fino alla fine.. fino a che arrivati all' ultimo anno, gli studenti dovranno decidere cosa fare della propria vita, se guardare speranzosi al futuro o se rifugiarsi in un passato infantile e ribelle ormai scomparso.
Nono Posto: Yu degli Spettri (di Yoshihiro Togashi)
Al giorno d' oggi Yoshihiro Togashi e' un mangaka che si ama o si odia... e spesso le due emozioni vanno in contemporanea. Certo e' che, nonostante le pause, dovute a salute cagionevole o a pura e semplice irresponsabilita' dell' autore, si sta comunque parlando di uno dei veri e propri padri del battle manga moderno. Di una serie che e' il massimo simbolo dello shounen manga anni '90.
Yu degli Spettri ha l' enorme merito di aver ripreso i canoni dei due massimi capolavori anni '80, ovvero Dragonball e Jojo, e di averli fusi in una sola cosa, riuscendo comunque a inserire una vena di originalita' e unicita'. Questa e' infatti l' opera che ha elevato il torneo di arti marziali a climax definitivo della storia.. quando prima, anche in Dragonball stesso, era solo un pretesto per vedere degli scontri.
Ma soprattutto (momento fanboy) questo e' il fumetto in cui e' presente il mio villain preferito in assoluto: Shinobu Sensui.
Gli unici veri problemi risiedono principalmente all' inizio e alla fine dell' opera. Nei primi volumi difatti si nota una vena molto piu' da gag manga con toni sovrannaturali che da fumetto di azione, probabilmente sono stati gli editori a chiedere a Togashi di cambiare la direzione del suo prodotto. Negli ultimi capitoli invece e' palese come il sensei, come suo solito, sia sia ampiamente rotto i cojones di scrivere delle mirabolanti gesta di Urameshi e compagni.... facendo precocemente terminare la Saga del Torneo nel Mondo dei Demoni.... una conclusione tronca e insoddisfacente, specie considerando che se fosse andato avanti e avesse terminato il tutto come si deve, Yu degli Spettri sarebbe divenuto il miglior manga di combattimenti mai scritto. E senza dubbio il mio preferito.
Ottavo Posto: Devilman (di Go Nagai)
Un manga che fondamentalmente non e' altro che la massima espressione del pessimismo, della critica e del ripudio piu' totale dell' umanita' da parte di Go Nagai, che molti conosceranno solo per aver creato il genere del mecha (i fumetti sui robottoni giganti).
Si parla di uomini, di Demoni e di un mondo che e' portato inevitabilmente alla distruzione a causa della guerra fra questi mostri. E si', perche' le creature viscide e schifose qui non sono solo quelle provenienti dall' Inferno. Siamo noi. Sono gli esseri umani ad essere messi sotto processo, e per buone ragioni. Perche' tutte le tragedie iniziate e compiute dagli uomini nel corso della loro esistenza (e il manga lo mostrera' facendo passare i protagonisti Akira e Ryo per le varie epoche storiche) non sono state solamente frutto di un male esterno, causato dai Demoni.. ma anche di una malignita' che gia' di per se possedevano, e possiedono ancora.
E lo si vede nel momento in cui i Demoni escono allo scoperto.. paura, mista a odio e ignoranza spinge la nostra civilta' ad autodistruggersi con guerre, conflitti e chaos puro.
Il quinto volume di Devilman, che e' anche uno dei miei volumi preferiti in assoluto, mostra la battaglia finale fra il mezz-uomo mezzo-demone Akira Fudoh e Satana, il re degli Inferi. Uno scontro non per le sorti dell' umanita', ormai distrutta, ma per il dominio di quella che ormai e' solo un massa informe di cenere e polvere. Perche' questo rimane della Terra, quando l' uomo manifesta a pieno la sua vera natura, piu' terribile di qualsiasi animale ferocie.
Saro' suonato un po' altisonante e pomposo.. ma era l' unico modo per parlare bene di una delle opere fumettistiche piu' crude e profonde mai scritte.
Settimo Posto: Ken il Guerriero (di Tetsuo Hara & Buronson)
E quando si parla di old school Ken e' impossibile che non sia chiamato in causa. Un vero pilastro del Weekley Shounen Jump nel suo periodo d' oro, e' uno dei maggiori ispiratori del suo tempo.
Nonostante l' evidente calo avuto nel corso del tempo, specie con l' inizio della seconda parte... sono convinto che la grandezza dell' opera la si deve a tre fattori principali:
1) Un' ambientazione memorabile. Ispirato alla saga cinematografica di Mad Max, popolato da bande di briganti muscolosi e giganteschi rispetto agli altri esseri umani, poveri e indifesi, il setting di Hokuto no Ken e' penetrato cosi' affondo nell' immaginario collettivo da rendere ormai impossibile, almeno, per me e' cosi, non ricollegarsi ad esso quando si pensa uno scenario post-apocalittico.
2) Dei personaggi che trasudano epicita' da tutti i pori. Dotati di una potenza e presenza scenica ineguagliabile. Senza contare che ognuno di loro rappresenta un' emozione e una condizione umana: Souther e' l' avidita', Rei la lealta', Juza delle Nuvole la voglia di liberta' e Raoul la brama di potere mista a una vena di fragilita'. Ognuno di essi e' unico.. e tutti alla fine entreranno a far parte dello spirito del protagonista Ken, che in un certo senso e' l' umanita' stessa, l' uomo che reagisce e cerca di risollevare se stesso e il mondo.
3) Le scene e i momenti topici che sono riusciti a far breccia sul pubblico. I nomi delle tecniche, le scariche di pugni, le gesta, ma soprattutto le morti eroiche.. quella di Raoul in primis.. che tutt' ora ritengo una delle scene piu' spettacolari mai disegnate nella storia dei manga.
Sesto Posto: Hoshin Engi (di Ryu Fujisaki)
E finiamo, anche questa seconda parte della classifica con un manga che qui in Italia non si e' cagato quasi nessuno. O meglio, molti l' autore lo conoscono principalmente per Shi-Ki, uno shounen horror abbastanza carino. Un vero peccato, dato che in madrepatria, si ha un' altissima considerazione di Fujisaki.
Il manga in questione e' assolutamente fuori dal comune... un tema abbastanza abusato quale il sovrannaturale, ispirato alla mitologia cinese, viene arricchito con spunti ed elementi che lo rendono originalissimo.
E caratteristica e' anche la resa del protagonista: Taikobou, e' un personaggio debole fisicamente. Non e' un gran combattente e preferisce starsene nello sfondo ad esaminare la situazione piu' che combattere dal vivo. Uno stratega meticoloso geniale, e a volte molto fortunato. Un eroe principale del genere e' assolutamente atipico, specie se rapportato con gli altri comprimari, i quali invece cercano tutti, chi piu' chi meno, di combattere in prima persona.
La storia, ambientata nella Cina di 2000 anni fa, parte in maniera forse un po' semplicistica, ma si evolve, nel tempo in qualcosa di estremamente complesso e intricato, irto di misteri e soprattutto di colpi di scena inaspettati e sconvolgenti.
Tuttavia forse l' elemento che mi fa amare di piu' questa serie e' la sottile vena di ironia che aleggia sovrana. Rotture della quarta parete continue, scene di meta-fumetto completamente folli ma soprattutto anacronismi a dir poco geniali, specie nel design ultra-moderno di certi personaggi.
Chi non ha mai letto Hoshin Engi recuperi in blocco la serie, e non si spaventi per il disegno strano e bizzarro.. nel tempo diventera' uno dei punti di forza maggiori dell' opera e dell' autore stesso.
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E si conclude anche la seconda parte. Stay tuned per le ultime (ma anche le prime XD) 5 posizioni della top!
domenica 9 novembre 2014
martedì 28 ottobre 2014
Top 15 Shounen ATTO I - "I manga di oggi fanno tutti schifo"
Inauguro il mio ritorno alla scrittura bloghistica dopo eoni di tempo con un articolo fortemente ispirato al video del buon Mario Doccia e alla classifica da poco stilata dal sempiternissssimo Sommobuta.
Generalmente, mettere in ordine di preferenza (puramente soggettiva) 15 manga per ragazzi e' un lavoro bello tosto... ma ammetto di essere allenato ormai.
Il mio lato nerd spesso e volentieri mi ha portato a immaginare ipotetiche top 5 e top 10 riguardo i miei fumetti, film, telefilm favoriti: in sostanza questo genere di cose io le adoro.
Cio' che mi preme ribadire pero' sono alcune piccole premesse rompiballe... le solite che ormai tutti i lettori detestano:
1) Le mie scelte riflettono esclusivamente il mio punto di vista, e la classifica ha il solo scopo di creare sana discussione costruttiva. Nulla di piu'. Chi si sente offeso perche' non trova Naruto (e non lo trovera'.. piccolo spoiler :D) e' gentilmente invitato a levarsi dalle scatole.
2) La lista sara' suddivisa in tre parti.. perche' se no scrivo l' Odissea 2: La Vendetta di Polifemo.
3) Verranno presi in considerazione solo ed esclusivamente: a) le serie concluse che ho recuperato del tutto, b) le serie non concluse con cui tuttavia sono in pari. Ergo, per quanto conosca ed apprezzi molto manga come Fullmetal Alchemist o Medaka Box, questi non verranno inseriti.. perche' non sono ancora arrivato alla fine.
Detto cio'... diamo inizio alle danze. ^_^
Quindicesimo Posto: Sengoku Youko (Creature Arcane) (di Satoshi Mizukami)
Se questo articolo ha come sottotitolo una delle frasi piu' stereotipate che vedo scritte nei vari forum e blog relativi al fumetto nipponico c' e' un motivo. Sono convinto che l' idea che lo shounen sia morto, o che "d' ora in poi sara' sempre peggio" spesso sia frutto solamente di poca conoscenza da parte dei lettori di vecchia data delle serie piu' moderne.
L' opera in questione, la seconda veramente importante per Mizukami (gia' fattosi conoscere con il bellissimo Samidare: Lucifer & Biscuit Hammer), e' quanto di piu' interessante, geniale e soprattutto unico che il mercato dei fumetti di mazzate ha da offrire al momento. Come sempre, l' autore dimostra di essere estremamente atipico e originalissimo nelle sue scelte narrative. Un' opera che parte con una premessa vista e rivista (Demoni ispirati alla mitologia e al folklore giapponese, battaglie all' arma bianca o con un pizzico di magia) stravolge completamente se stessa nel giro di qualche volume.. e tutto quello che chi legge si sarebbe immaginato accadesse viene ribaltato d' improvviso.
A questo si aggiunge una capacita' artistica degna di nota e perfetta per un opera come questa, con la quale l' autore eccelle soprattutto quando c' e' da disegnare una scena particolarmente epica/simbolica.
Quattordicesimo Posto: La Legge di Ueki (di Tsubasa Fukuchi)
Ricordo di aver gia' parlato di Ueki in un vecchio post. Lo consigliavo principalmente perche' e' uno shounen di intrattenimento puro e semplice. Si tratta di una di quelle serie che si possono guardare con due punti di vista diametralmente contrastanti.
Chi cerca una storia interessante, originale e ben costruita, condita ovviamente da belle scene di combattimento..... rimarra' deluso. Perche' l' opera e' banale, spesso con una trama raffazzonata e minimalista, ma soprattuto carica fino all' orlo di buoni sentimenti e discorsi sdolcinati sull' amicizia e quant' altro. Resteranno invece sorprese e compiaciute le persone che, come me, riusciranno a vedere Ueki per quello che e': un fumetto che non chiede nient' altro se non di divertire chi legge, puntando tutto non sulla storia o sulla credibilita' dei personaggi, quanto piu' sull' aspetto di azione, che qui regna sovrana.
L' intera base narrativa poggia su un Torneo di combattimento nella quale i vari giovani contendenti, ognuno con un potere diverso e fuori dal comune, si scontreranno 1 contro 1. E proprio qui che l' autore riesce a dare il meglio di se: le tattiche, le strategia, i poteri apparentemente inutili ma in realta' sfruttati magistralmente, la fortuna e l' ingegno rappresentano davvero cio' che rende questo manga una vera pietra miliare dello shounen.
Tredicesimo Posto: Magi - The Labyrinth of Magic (di Shinobu Ohtaka)
Ecco un altra testimonianza di quanto poco si conoscano gli shounen moderni. Magi c' e' da dire non e' nuovissimo, tuttavia e' abbastanza recente per venire schifato dai lettori di vecchia data. Ed e' un vero peccato, perche' se si oltrepassa la questione puramente legata allo stile di disegno.. molto, a volte troppo, pulito e semplicistico (tanto che spesso molti personaggi si assomigliano); ci si ritrova davanti un' opera estremamente ambiziosa e carica di significato.
E' uno shounen per ragazzi.. ma affronta tematiche e questioni che ben superano la soglia del semplice fumetto per giovani che vogliono vedere scontri epici e mazzate. Quelle ci sono... ma passano in secondo, anzi, in terzo piano, lasciando spazio a una storia complessa e articolata che vede paesi in guerra, conflitti interni, sette religiose che bramano il potere assoluto e molti altri protagonisti. Shinobu Ohtaka, l' autrice, ha creato un mondo che, tolto il fattore "magico/fantastico" legato alla mitologia e al folklore medio-orientale, risulta estremamente simile al nostro nelle sue dinamiche e nella sua struttura. Anzi, spesso i nomi dei vari stati in lotta fra loro, ma anche la loro cultura e tradizione richiamano quelli del nostro mondo: si cita l' Impero Mongolo, la citta' di Babilonia, l' Impero Romano... in sostanza, chi ama la storia e la vuole vedere riscritta con elementi sovrannaturali, adorera' alla follia questo manga.
Dodicesimo Posto: Toriko (di Mitsutoshi Shimabukuro)
Di questa serie ho parlato ormai fin TROPPO. Ma vi chiedo di starmi a sentire un' ultima volta. Prometto che sara' l' ultima... forse.
Uno dei meriti che possiede questo fumetto e' quello di aver portato alla luce sangue, violenza e brutalita' in puro stile Kenshiro in una salsa tuttavia molto diversa. L' autore ha fuso brillantemente gli elementi che avevano reso grandi i manga anni '80, con il contesto e gli aspetti tipici dello shounen nei giorni nostri: un mondo ben costruito e articolato in tutto e per tutto, con le sue regole (assurde), le sue caratteristiche (folli) e i suoi limiti (irraggiungibili); una moltitudine tutta riconoscibile di personaggi unici nel loro genere e soprattutto quell' alone di mistero abbastanza velato da far intrippare chi legge.
In sostanza... ho appena descritto un manga che non e' altro che One Piece fuso a Ken il Guerriero. E Toriko fondamentalmente, non si allontana molto da questa descrizione. Oltre a questo, Toriko c' e' da dire che mantiene comunque una sua unicita'. Una premessa apparentemente stupida per uno shounen come la semplice cucina viene invece sfruttata sapientemente nei combattimenti. Infine, domina sovrana un' attenzione meticolosa e quasi nozionistica per tutto cio' che popola e articola il mondo del manga. Tutto viene spiegato scientificamente: dalle tecniche di lotta, all' anatomia animale, ai bizzarri fenomeni naturali che si verificano nel paesaggio. Una cura del genere per la propria opera io l' ho vista solo da parte di Eiichiro Oda.
Undicesimo Posto: Doubutsu no Kuni (Animal Land) (di Makoto Kaiku)
Concludo questa prima parte della Top 15 con un manga che fondamentalmente non conosce quasi nessuno. Ne' fra i lettori piu' avanti con gli anni, ne' fra i g-g-ggiovani. E' comprensibile in realta': al contrario di Sengoku Youko, Magi o Toriko l' opera ancora in Italia tarda ad arrivare, purtroppo. Per cercare di farvi capire bene chi sia il mangaka che ha concepito quest' opera vi basti sapere che il suo precedente lavoro era un fumettino shounen abbastanza carino di nome "Zatch Bell!!", che qui in Italia ha riscontrato un discreto successo (soprattutto grazie all' anime).
Questa seconda serie dell' autore rappresenta tuttavia il suo vero capolavoro. Anche questo e' da considerarsi uno shounen estremamente atipico, nel tipo di storia, di personaggi presentati e di svolgimento delle vicende. Un opera che parte come una sorta di Mowgli o Tarzan versione manga, con un unico essere umano che vive in un mondo interamente popolato da animali, si colora, man mano, di sfumature ed elementi estremamente interessanti e soprattutto ben distinti.. che allontanano moltissimo la trama dalle sue fonti di ispirazione. D' improvviso ci si accorge di leggere, un opera matura, nelle tematiche e negli argomenti affrontati.. nonostante all' apparenza sia un fumetto estremamente bambinesco e puerile. Piu' si va avanti, piu' ci si rende conto quanto siano umani e quanto si empatizzi con personaggi che in teoria non sono altro che animali (anche se spesso con fattezze semi-antropomorfe). Con il passare del tempo ci si rende conto che la storia, partita come qualcosa di innocente e molto semplice possiede una carica emotiva e soprattutto una complessita' inaspettata.
Doubutsu no Kuni e' uno dei pochi manga moderni ad essere riuscito davvero a toccarmi nel profondo, e per tale motivo, rientrera' sempre fra i miei preferiti.
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Detto cio', per adesso termino qui. Ci si rivede fra qualche giorno, con la seconda parte della Top.. che, gia' ve lo annuncio, avra' al suo interno fumetti ben piu' datati. :)
Generalmente, mettere in ordine di preferenza (puramente soggettiva) 15 manga per ragazzi e' un lavoro bello tosto... ma ammetto di essere allenato ormai.
Il mio lato nerd spesso e volentieri mi ha portato a immaginare ipotetiche top 5 e top 10 riguardo i miei fumetti, film, telefilm favoriti: in sostanza questo genere di cose io le adoro.
Cio' che mi preme ribadire pero' sono alcune piccole premesse rompiballe... le solite che ormai tutti i lettori detestano:
1) Le mie scelte riflettono esclusivamente il mio punto di vista, e la classifica ha il solo scopo di creare sana discussione costruttiva. Nulla di piu'. Chi si sente offeso perche' non trova Naruto (e non lo trovera'.. piccolo spoiler :D) e' gentilmente invitato a levarsi dalle scatole.
2) La lista sara' suddivisa in tre parti.. perche' se no scrivo l' Odissea 2: La Vendetta di Polifemo.
3) Verranno presi in considerazione solo ed esclusivamente: a) le serie concluse che ho recuperato del tutto, b) le serie non concluse con cui tuttavia sono in pari. Ergo, per quanto conosca ed apprezzi molto manga come Fullmetal Alchemist o Medaka Box, questi non verranno inseriti.. perche' non sono ancora arrivato alla fine.
Detto cio'... diamo inizio alle danze. ^_^
Quindicesimo Posto: Sengoku Youko (Creature Arcane) (di Satoshi Mizukami)
Se questo articolo ha come sottotitolo una delle frasi piu' stereotipate che vedo scritte nei vari forum e blog relativi al fumetto nipponico c' e' un motivo. Sono convinto che l' idea che lo shounen sia morto, o che "d' ora in poi sara' sempre peggio" spesso sia frutto solamente di poca conoscenza da parte dei lettori di vecchia data delle serie piu' moderne.
L' opera in questione, la seconda veramente importante per Mizukami (gia' fattosi conoscere con il bellissimo Samidare: Lucifer & Biscuit Hammer), e' quanto di piu' interessante, geniale e soprattutto unico che il mercato dei fumetti di mazzate ha da offrire al momento. Come sempre, l' autore dimostra di essere estremamente atipico e originalissimo nelle sue scelte narrative. Un' opera che parte con una premessa vista e rivista (Demoni ispirati alla mitologia e al folklore giapponese, battaglie all' arma bianca o con un pizzico di magia) stravolge completamente se stessa nel giro di qualche volume.. e tutto quello che chi legge si sarebbe immaginato accadesse viene ribaltato d' improvviso.
A questo si aggiunge una capacita' artistica degna di nota e perfetta per un opera come questa, con la quale l' autore eccelle soprattutto quando c' e' da disegnare una scena particolarmente epica/simbolica.
Quattordicesimo Posto: La Legge di Ueki (di Tsubasa Fukuchi)
Chi cerca una storia interessante, originale e ben costruita, condita ovviamente da belle scene di combattimento..... rimarra' deluso. Perche' l' opera e' banale, spesso con una trama raffazzonata e minimalista, ma soprattuto carica fino all' orlo di buoni sentimenti e discorsi sdolcinati sull' amicizia e quant' altro. Resteranno invece sorprese e compiaciute le persone che, come me, riusciranno a vedere Ueki per quello che e': un fumetto che non chiede nient' altro se non di divertire chi legge, puntando tutto non sulla storia o sulla credibilita' dei personaggi, quanto piu' sull' aspetto di azione, che qui regna sovrana.
L' intera base narrativa poggia su un Torneo di combattimento nella quale i vari giovani contendenti, ognuno con un potere diverso e fuori dal comune, si scontreranno 1 contro 1. E proprio qui che l' autore riesce a dare il meglio di se: le tattiche, le strategia, i poteri apparentemente inutili ma in realta' sfruttati magistralmente, la fortuna e l' ingegno rappresentano davvero cio' che rende questo manga una vera pietra miliare dello shounen.
Tredicesimo Posto: Magi - The Labyrinth of Magic (di Shinobu Ohtaka)
Ecco un altra testimonianza di quanto poco si conoscano gli shounen moderni. Magi c' e' da dire non e' nuovissimo, tuttavia e' abbastanza recente per venire schifato dai lettori di vecchia data. Ed e' un vero peccato, perche' se si oltrepassa la questione puramente legata allo stile di disegno.. molto, a volte troppo, pulito e semplicistico (tanto che spesso molti personaggi si assomigliano); ci si ritrova davanti un' opera estremamente ambiziosa e carica di significato.
E' uno shounen per ragazzi.. ma affronta tematiche e questioni che ben superano la soglia del semplice fumetto per giovani che vogliono vedere scontri epici e mazzate. Quelle ci sono... ma passano in secondo, anzi, in terzo piano, lasciando spazio a una storia complessa e articolata che vede paesi in guerra, conflitti interni, sette religiose che bramano il potere assoluto e molti altri protagonisti. Shinobu Ohtaka, l' autrice, ha creato un mondo che, tolto il fattore "magico/fantastico" legato alla mitologia e al folklore medio-orientale, risulta estremamente simile al nostro nelle sue dinamiche e nella sua struttura. Anzi, spesso i nomi dei vari stati in lotta fra loro, ma anche la loro cultura e tradizione richiamano quelli del nostro mondo: si cita l' Impero Mongolo, la citta' di Babilonia, l' Impero Romano... in sostanza, chi ama la storia e la vuole vedere riscritta con elementi sovrannaturali, adorera' alla follia questo manga.
Dodicesimo Posto: Toriko (di Mitsutoshi Shimabukuro)
Di questa serie ho parlato ormai fin TROPPO. Ma vi chiedo di starmi a sentire un' ultima volta. Prometto che sara' l' ultima... forse.
Uno dei meriti che possiede questo fumetto e' quello di aver portato alla luce sangue, violenza e brutalita' in puro stile Kenshiro in una salsa tuttavia molto diversa. L' autore ha fuso brillantemente gli elementi che avevano reso grandi i manga anni '80, con il contesto e gli aspetti tipici dello shounen nei giorni nostri: un mondo ben costruito e articolato in tutto e per tutto, con le sue regole (assurde), le sue caratteristiche (folli) e i suoi limiti (irraggiungibili); una moltitudine tutta riconoscibile di personaggi unici nel loro genere e soprattutto quell' alone di mistero abbastanza velato da far intrippare chi legge.
In sostanza... ho appena descritto un manga che non e' altro che One Piece fuso a Ken il Guerriero. E Toriko fondamentalmente, non si allontana molto da questa descrizione. Oltre a questo, Toriko c' e' da dire che mantiene comunque una sua unicita'. Una premessa apparentemente stupida per uno shounen come la semplice cucina viene invece sfruttata sapientemente nei combattimenti. Infine, domina sovrana un' attenzione meticolosa e quasi nozionistica per tutto cio' che popola e articola il mondo del manga. Tutto viene spiegato scientificamente: dalle tecniche di lotta, all' anatomia animale, ai bizzarri fenomeni naturali che si verificano nel paesaggio. Una cura del genere per la propria opera io l' ho vista solo da parte di Eiichiro Oda.
Undicesimo Posto: Doubutsu no Kuni (Animal Land) (di Makoto Kaiku)
Concludo questa prima parte della Top 15 con un manga che fondamentalmente non conosce quasi nessuno. Ne' fra i lettori piu' avanti con gli anni, ne' fra i g-g-ggiovani. E' comprensibile in realta': al contrario di Sengoku Youko, Magi o Toriko l' opera ancora in Italia tarda ad arrivare, purtroppo. Per cercare di farvi capire bene chi sia il mangaka che ha concepito quest' opera vi basti sapere che il suo precedente lavoro era un fumettino shounen abbastanza carino di nome "Zatch Bell!!", che qui in Italia ha riscontrato un discreto successo (soprattutto grazie all' anime).
Questa seconda serie dell' autore rappresenta tuttavia il suo vero capolavoro. Anche questo e' da considerarsi uno shounen estremamente atipico, nel tipo di storia, di personaggi presentati e di svolgimento delle vicende. Un opera che parte come una sorta di Mowgli o Tarzan versione manga, con un unico essere umano che vive in un mondo interamente popolato da animali, si colora, man mano, di sfumature ed elementi estremamente interessanti e soprattutto ben distinti.. che allontanano moltissimo la trama dalle sue fonti di ispirazione. D' improvviso ci si accorge di leggere, un opera matura, nelle tematiche e negli argomenti affrontati.. nonostante all' apparenza sia un fumetto estremamente bambinesco e puerile. Piu' si va avanti, piu' ci si rende conto quanto siano umani e quanto si empatizzi con personaggi che in teoria non sono altro che animali (anche se spesso con fattezze semi-antropomorfe). Con il passare del tempo ci si rende conto che la storia, partita come qualcosa di innocente e molto semplice possiede una carica emotiva e soprattutto una complessita' inaspettata.
Doubutsu no Kuni e' uno dei pochi manga moderni ad essere riuscito davvero a toccarmi nel profondo, e per tale motivo, rientrera' sempre fra i miei preferiti.
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Detto cio', per adesso termino qui. Ci si rivede fra qualche giorno, con la seconda parte della Top.. che, gia' ve lo annuncio, avra' al suo interno fumetti ben piu' datati. :)
domenica 3 agosto 2014
Anni '80 all the way across the sky...
Non parlero' di One Piece. Chiariamolo subito. Diciamo solo che e' un articolo che ha preso spunto da questa (stupenda) scena dell' ultimo capitolo, che vede protagonisti il cyborg Franky e Senor Pink..
Il discorso che voglio fare e' ben piu' ampio.. e riguarda un genere, anzi, uno stile vero e proprio di fare intrattenimento, in questo caso fumettistico.
Oggi si parla della sana e sacrosanta Tamarraggggine, scritta con la "t" maiuscola e con quante piu' "g" possibili. Con questo sgrammaticatissimo termine intendo tutti quegli elementi esagerati e completamente trash che caratterizzano certi prodotti d' intrattenimento, ma che comunque, vuoi per valore affettivo, vuoi perche' rappresenta quel "fuori dall' ordinario" necessario per rallegrarci la giornata, riescono a fare breccia in noi lettori. anche in quelli piu' seriosi e raffinati.
Se si parla di genere "trash" nel fumetto nipponico non si puo' che fare riferimento agli anni '80, un epoca che per gli shounen e' stata praticamente l' anno zero. Il punto di partenza da cui il concetto di "manga per ragazzi pieno di mazzate" e' nato per la prima volta. E con chi? Ma ovviamente...
Hokuto no Ken. Nel dizionario, se si cerca il termine "epico", dovrebbe esserci un immagine di Kenshiro pronto a colpire uno dei punti di tsubo.
Illustrata e scritta da Tetsuo Hara e Buronson, e' una pietra miliare di quegli anni.. ed e' strapiena di quel sapore di "eccesso" e di "esasperato". Le muscolature improponibili, le altezze rigorosamente gerarchiche e impossibili e la forza sovrumana dei suoi protagonisti: elementi unici che hanno influenzato moltissimo le opere a venire. Un' attenzione unica per le inquadrature, per l' impatto scenico dei personaggi e per l' ambiente circostante, hanno donato ad ogni vignetta una potenza visiva che tutt' oggi rimane imbattuta. Certe istanti, certi gesti, certe tecniche rimarranno scolpite per sempre nei secoli dei secoli amen.
E dall' 80s style di Ken sono stati partoriti due dei manga piu' incisivi dell' epoca.
Uno e' rimasto solo una grande perla dello Shounen Jump, ed e' Classe di Ferro (Otoko Juku per i puristi). L' altro e' andato avanti per decenni e a sua volta ha rivoluzionato il genere come mai prima d' ora, e si parla de Le Bizzarre Avventure di Jojo.
Sono storie che hanno molto elementi in comune fra loro: la follia generale dei personaggi, i metodi di lotta uno piu' improbabile dell' altro e la costante ricerca dell' originalita' in ogni singola scena di azione. Mancando in parte di quel tono drammatico e tragico espresso costantemente dal papa' Hokuto.
Come mi si e' fatto notare da altri conoscitori del genere, e' come se Otoko Juku e le prime tre parti di Jojo fossero una sorta di Ken il Guerriero "on crack" e possibilmente con il fattore "esagerazione" ancora piu' elevato.
Basta vedere i protagonisti principali...
Dal canto suo, il capolavoro di Araki ha elevato il "bizzarro", e di conseguenza il "trash" a vera e propria arte. Le pose plastiche, che richiamano all' alta moda francese e italiana, i poteri assurdi e senza senso ma dalla resa grafica geniale, le citazioni ala musica rock e pop hanno portato l' opera su tutt' altro livello. Mai, prima delle avventure della famiglia Joestar, un manga si era spinto cosi' in la'.
E al giorno d' oggi cosa abbiamo che porta con onore il vessillo della Tamarragggine? Quali sono le serie che possono dire di avere ancora almeno in parte elementi del trash che tanto abbiamo apprezzato nei capolavori del passato?
Una di queste, come ho fatto intendere all' inizio, e' proprio One Piece, che con certe sue figure, tipo il robot piu' pervertito e virile del mondo, o certi suoi momenti unici, rievoca molto le glorie del passato.
Anche se bisogna dire che Oda riesce a metterci comunque del suo... la potenza evocativa portata alla luce in certi momenti e' davvero strabliante..
E arriviamo dunque a Toriko. Non si poteva parlare di Tamarro senza citare il manga di Shimabukuro. Unico nel panorama shounen moderno, che rompe con gli stilemi moderni e ritorna al vecchio stile attingendo direttamente da cose come il gia' citato Classe di Ferro. Una premessa stupidissima (combattimenti culinari...) sostenuta tuttavia dalla follia generale dell' ambientazione, delle tecniche di lotta spiegate nei minimi dettagli anche scientifici e dalle figure che si muovo nell' opera, le quali, pur non essendo spesso molto diversi fisicamente parlando, hanno tratti che li rendono comunque tutti riconoscibili.
Bene. La mia arringa sul questo argomento si e' conclusa. Ora rigiro la domanda a voi. Quali sono quegli elementi estremamente trash, estremamente "anni '80" che vi piace vedere ancora oggi nei nuovi prodotti fumettistici made in Japan? So per certo di aver escluso molti nomi... tipo quello del buon Yoshihiro Togashi... ma e' anche a questo che servono i commenti di chi legge. Ergo, mi aspetto tanto feedback! :D
Alla prossima... tempo, Estate e voglia di fare permettendo.
Il discorso che voglio fare e' ben piu' ampio.. e riguarda un genere, anzi, uno stile vero e proprio di fare intrattenimento, in questo caso fumettistico.
Oggi si parla della sana e sacrosanta Tamarraggggine, scritta con la "t" maiuscola e con quante piu' "g" possibili. Con questo sgrammaticatissimo termine intendo tutti quegli elementi esagerati e completamente trash che caratterizzano certi prodotti d' intrattenimento, ma che comunque, vuoi per valore affettivo, vuoi perche' rappresenta quel "fuori dall' ordinario" necessario per rallegrarci la giornata, riescono a fare breccia in noi lettori. anche in quelli piu' seriosi e raffinati.
Persino il nostro critico rompipalle interiore non potra' resistere.. |
Hokuto no Ken. Nel dizionario, se si cerca il termine "epico", dovrebbe esserci un immagine di Kenshiro pronto a colpire uno dei punti di tsubo.
Illustrata e scritta da Tetsuo Hara e Buronson, e' una pietra miliare di quegli anni.. ed e' strapiena di quel sapore di "eccesso" e di "esasperato". Le muscolature improponibili, le altezze rigorosamente gerarchiche e impossibili e la forza sovrumana dei suoi protagonisti: elementi unici che hanno influenzato moltissimo le opere a venire. Un' attenzione unica per le inquadrature, per l' impatto scenico dei personaggi e per l' ambiente circostante, hanno donato ad ogni vignetta una potenza visiva che tutt' oggi rimane imbattuta. Certe istanti, certi gesti, certe tecniche rimarranno scolpite per sempre nei secoli dei secoli amen.
per esempio.... |
Uno e' rimasto solo una grande perla dello Shounen Jump, ed e' Classe di Ferro (Otoko Juku per i puristi). L' altro e' andato avanti per decenni e a sua volta ha rivoluzionato il genere come mai prima d' ora, e si parla de Le Bizzarre Avventure di Jojo.
Sono storie che hanno molto elementi in comune fra loro: la follia generale dei personaggi, i metodi di lotta uno piu' improbabile dell' altro e la costante ricerca dell' originalita' in ogni singola scena di azione. Mancando in parte di quel tono drammatico e tragico espresso costantemente dal papa' Hokuto.
Come mi si e' fatto notare da altri conoscitori del genere, e' come se Otoko Juku e le prime tre parti di Jojo fossero una sorta di Ken il Guerriero "on crack" e possibilmente con il fattore "esagerazione" ancora piu' elevato.
Basta vedere i protagonisti principali...
Tsurugi Momotaro e Jotaro Kujo (eroe principale di Stardust Crusaders): praticamente sono entrambi Kenshiro versione G-G-G-Ggiovane. |
Yoshikage Kira e Killer Queen.. Stand chiamato e disegnato cosi' in riferimento alla canzone dei Queen, per l' appunto. |
Una di queste, come ho fatto intendere all' inizio, e' proprio One Piece, che con certe sue figure, tipo il robot piu' pervertito e virile del mondo, o certi suoi momenti unici, rievoca molto le glorie del passato.
Livello di Trash, Tamarro e Testosterone over 9000 |
SBAM! |
Sarebbe giusto poi citare qualcosa come Bleach. Purtroppo io ho una relazione di semi-ribrezzo per il prodotto di Kubo, che ritengo uno degli sceneggiatori piu' incapaci degli ultimi anni. Tuttavia mi tocca riconoscere che dall' altro lato e' anche uno dei disegnatori piu' bravi. Anzi, spesso riesce a compensare la totale assenza di caratterizzazione dei personaggi semplicemente grazie alla resa del loro aspetto esteriore.
Vedasi il gruppo dei Vizard per esempio...
Non inserisco vignette dedicate a Kenpachi.. perche' come gia' sapete, di lui ho un opinione fin troppo soggettiva.. e comunque ne ho parlato qua.
Vedasi il gruppo dei Vizard per esempio...
Inutili come una mosca senza ali... ma cosi' trash da essere fighissimi lo stesso |
E arriviamo dunque a Toriko. Non si poteva parlare di Tamarro senza citare il manga di Shimabukuro. Unico nel panorama shounen moderno, che rompe con gli stilemi moderni e ritorna al vecchio stile attingendo direttamente da cose come il gia' citato Classe di Ferro. Una premessa stupidissima (combattimenti culinari...) sostenuta tuttavia dalla follia generale dell' ambientazione, delle tecniche di lotta spiegate nei minimi dettagli anche scientifici e dalle figure che si muovo nell' opera, le quali, pur non essendo spesso molto diversi fisicamente parlando, hanno tratti che li rendono comunque tutti riconoscibili.
Zebra... non serve scrivere altro.. |
Piu' la serie va avanti, piu' aumentano scene pazzesche come questa... |
Alla prossima... tempo, Estate e voglia di fare permettendo.
domenica 20 luglio 2014
Top 5 Rock Bands anni 2000
Si'. Sono tornato. Dopo un Estate piena di caldo, zanzare, viaggi in barca (di cui parlero' prima o poi) e la trinita' madre di ogni abbronzatura: sole-spiagga-mare, rieccomi di nuovo a scrivere in questo blog ormai dimenticato da chissa' quanto tempo.
E siccome sono in vena di buona musica in questo periodo, vi presento qui una breve classifica, l' ennesima, ma tanto ci siete abituati, stavolta riguardante i miei 5 gruppi rock preferiti degli ultimi 10-15 anni... e non vi dico quanto faccia strano scrivere "10-15 anni" per poi rendersi conto che significa solo dal 2000 fino ai giorni nostri. Cavolo se sono diventato vecchio. Ma ciancio alle bande.. o meglio alle rock band e cominciamo.
Quinto Posto: Coldplay
Non posso dare che ragione a chi sara' in totale disaccordo con questa scelta. Bisogna essere ciechi per non rendersi conto di quanto la band sia diventata commerciale, trita e ritrita e soprattutto di quanto si sia allontanata dal puro e semplice rock britannico per avvicinarsi a un pop di quelli piu' infimi e scarni. Eppure, io non riesco a criticarli del tutto. La band ha pubblicato alcuni degli album migliori di questo decennio, primi fra tutti Parachutes e A Rush of Blood to the Head, e le loro canzoni sono praticamente onnipresenti nella mia libreria musicale. Chris Martin, la voce e il compositore, ritengo sia e' maestro indiscusso nel costruire una melodia e un ritmo in grado di catturare chiunque ascolti per la prima volta una loro canzone. Se non mi credete, ascoltatevi Life in Technicolor II, tutt' ora secondo me la punta di diamante di questo controverso gruppo inglese.
Quarto Posto: The White Stripes
Lo dico adesso cosi' non lo devo ripetere piu': chi conosce questo duo solamente per "Popopopopopopo!" non ha capito un cavolo di nulla. Si', Seven Nation Army e' un brano meraviglioso e ha il merito di averli introdotti al grande pubblico, ma Jack White e sorella (o ex-moglie.. non s' e' mai capito) erano gia' famosi e soprattutto apprezzati ben prima di quella canzone. Solo che ovviamente non in Italia. Quando si parla di "alternative rock" o di "progressive rock", il loro nome dovrebbe SEMPRE venire in mente per quanto riguarda gli anni 2000. I loro album sono uno piu' originale dell' altro, e il loro stile sempre fuori da ogni schema. Sono stati probabilmente fra i pochi a fare musica solo per il gusto di fare musica e cio' lo testimoniano brani brevissimi ma intensi quali Little Room o Fell in Love with a Girl. Il loro scioglimento nel 2011 lo considero una delle piu' grandi perdite del rock contemporaneo.
Terzo Posto: Arctic Monkeys
In questa Top 5 e' sicuramente il gruppo che ho scoperto piu' in ritardo. E difatti, il primo pezzo che ho ascoltato e' stato Do I Wanna Know, tratto dal loro ultimissimo lavoro "AM". Andandomi poi a riprendere tutto cio' che e' venuto prima ho capito subito di essermi perso uno dei fenomeni piu' interessanti del rock moderno. E' uno dei pochissimi gruppi di cui posso dire di adorare ogni singolo loro album e praticamente la maggior parte delle loro canzoni. Dalla stra-famosa I Bet You Look Good on the Dancefloor, a Fluorescent Adolescent per arrivare fino agli ultimissimi singoli quali Arabella o R U Mine. Sono la band che a mio parere al momento rappresenta meglio il brit-rock nella sua essenza piu' pura; nonostante il loro drastico cambiamento nell' ultimo disco, in cui hanno adottato un approccio piu' "soft" sia ai nuovi brani che a quelli vecchi.
Secondo Posto: Gorillaz
La band che non esiste. Il gruppo virtuale piu' famoso del mondo. E per un motivo valido ovviamente. Innanzitutto il loro ideatore e' Damon Albarn, cantante dei gia' famosi Blur, e autentico genio nella stesura di testi e soprattutto delle musiche. In secondo luogo c' e' il fumettista Jamie Hewlett che ha reso vivi e pieni di carisma semplici disegni su carta o fatti al computer. Perche' si', i Gorillaz in carne e ossa sono i due signori sopracitati, ma quelli che davvero riescono a catturare i fan, quelli che rendono realmente grandi i Gorillaz sono i componenti animati: 2D, Russel, Murdoch e Noodle sono figure uniche, geniali che si muovono nello strano e angosciante mondo dei loro videoclip. La chiave del loro successo e' la capacita' di condensare piu' generi in un solo disco o in una sola canzone: rock e hip-hop a partire dalla famosissima Clint Eastwood, passando poi a Feel Good Inc. (che ricordo essere la mia canzone preferita di sempre..); e infine giungendo alle atmosfere pop e dance di brani come DARE o dell' ultimo album Plastic Beach.
Primo Posto: Muse
I Muse sono la dimostrazione perfetta di come un giudizio soggettivo e uno oggettivo siano cose diametralmente diverse. Perche' se si parla obbiettivamente, sia Arctic Monkeys che Gorillaz al momento sono decisamente migliori come artisti rispetto al trio; tuttavia dato che si tratta in sostanza della band che mi ha introdotto alla musica rock da ragazzo(ino), non potevo non metterli al primo posto. I Muse hanno rivoluzionato completamente il mio modo di intendere la musica. Da quando ho ascoltato Time is Running Out e Supermassive Black Hole i miei gusti si sono modificati ed e' nata una vera e propria passione per il rock, in particolare, come si puo' notare, per quello made in Britain. Da Showbiz in poi, fino ad arrivare a The Resistance, ho amato praticamente tutte le canzoni scritte da Matthew Bellamy, che tutt' ora ritengo uno dei migliori artisti musicali viventi. L' unico passo falso fatto dalla band lo considero proprio il lavoro degli ultimi due anni, 2nd Law, in cui sono stati inseriti toni dubstep ed elettronici eccessivi e non proprio esaltanti, ma da fan quale sono, sara' sempre difficile per me criticare in maniera severa.
D' altronde, come spesso mi viene da pensare, la musica e' il mezzo di intrattenimento piu' soggettivo che esista, e non ci sono critici musicali ed espertoni che tengano: se ti piace qualcosa, anche di tamarro e stupido come il brano Panic Station, e' inutile tenerlo nascosto.
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E ovviamente come sempre rigiro la domanda a chi legge: ditemi i vostri gruppi rock moderni che preferite di piu' e perrubare l' idea citare il sommo...
E siccome sono in vena di buona musica in questo periodo, vi presento qui una breve classifica, l' ennesima, ma tanto ci siete abituati, stavolta riguardante i miei 5 gruppi rock preferiti degli ultimi 10-15 anni... e non vi dico quanto faccia strano scrivere "10-15 anni" per poi rendersi conto che significa solo dal 2000 fino ai giorni nostri. Cavolo se sono diventato vecchio. Ma ciancio alle bande.. o meglio alle rock band e cominciamo.
Quinto Posto: Coldplay
Non posso dare che ragione a chi sara' in totale disaccordo con questa scelta. Bisogna essere ciechi per non rendersi conto di quanto la band sia diventata commerciale, trita e ritrita e soprattutto di quanto si sia allontanata dal puro e semplice rock britannico per avvicinarsi a un pop di quelli piu' infimi e scarni. Eppure, io non riesco a criticarli del tutto. La band ha pubblicato alcuni degli album migliori di questo decennio, primi fra tutti Parachutes e A Rush of Blood to the Head, e le loro canzoni sono praticamente onnipresenti nella mia libreria musicale. Chris Martin, la voce e il compositore, ritengo sia e' maestro indiscusso nel costruire una melodia e un ritmo in grado di catturare chiunque ascolti per la prima volta una loro canzone. Se non mi credete, ascoltatevi Life in Technicolor II, tutt' ora secondo me la punta di diamante di questo controverso gruppo inglese.
Quarto Posto: The White Stripes
Lo dico adesso cosi' non lo devo ripetere piu': chi conosce questo duo solamente per "Popopopopopopo!" non ha capito un cavolo di nulla. Si', Seven Nation Army e' un brano meraviglioso e ha il merito di averli introdotti al grande pubblico, ma Jack White e sorella (o ex-moglie.. non s' e' mai capito) erano gia' famosi e soprattutto apprezzati ben prima di quella canzone. Solo che ovviamente non in Italia. Quando si parla di "alternative rock" o di "progressive rock", il loro nome dovrebbe SEMPRE venire in mente per quanto riguarda gli anni 2000. I loro album sono uno piu' originale dell' altro, e il loro stile sempre fuori da ogni schema. Sono stati probabilmente fra i pochi a fare musica solo per il gusto di fare musica e cio' lo testimoniano brani brevissimi ma intensi quali Little Room o Fell in Love with a Girl. Il loro scioglimento nel 2011 lo considero una delle piu' grandi perdite del rock contemporaneo.
Terzo Posto: Arctic Monkeys
In questa Top 5 e' sicuramente il gruppo che ho scoperto piu' in ritardo. E difatti, il primo pezzo che ho ascoltato e' stato Do I Wanna Know, tratto dal loro ultimissimo lavoro "AM". Andandomi poi a riprendere tutto cio' che e' venuto prima ho capito subito di essermi perso uno dei fenomeni piu' interessanti del rock moderno. E' uno dei pochissimi gruppi di cui posso dire di adorare ogni singolo loro album e praticamente la maggior parte delle loro canzoni. Dalla stra-famosa I Bet You Look Good on the Dancefloor, a Fluorescent Adolescent per arrivare fino agli ultimissimi singoli quali Arabella o R U Mine. Sono la band che a mio parere al momento rappresenta meglio il brit-rock nella sua essenza piu' pura; nonostante il loro drastico cambiamento nell' ultimo disco, in cui hanno adottato un approccio piu' "soft" sia ai nuovi brani che a quelli vecchi.
Secondo Posto: Gorillaz
La band che non esiste. Il gruppo virtuale piu' famoso del mondo. E per un motivo valido ovviamente. Innanzitutto il loro ideatore e' Damon Albarn, cantante dei gia' famosi Blur, e autentico genio nella stesura di testi e soprattutto delle musiche. In secondo luogo c' e' il fumettista Jamie Hewlett che ha reso vivi e pieni di carisma semplici disegni su carta o fatti al computer. Perche' si', i Gorillaz in carne e ossa sono i due signori sopracitati, ma quelli che davvero riescono a catturare i fan, quelli che rendono realmente grandi i Gorillaz sono i componenti animati: 2D, Russel, Murdoch e Noodle sono figure uniche, geniali che si muovono nello strano e angosciante mondo dei loro videoclip. La chiave del loro successo e' la capacita' di condensare piu' generi in un solo disco o in una sola canzone: rock e hip-hop a partire dalla famosissima Clint Eastwood, passando poi a Feel Good Inc. (che ricordo essere la mia canzone preferita di sempre..); e infine giungendo alle atmosfere pop e dance di brani come DARE o dell' ultimo album Plastic Beach.
Primo Posto: Muse
I Muse sono la dimostrazione perfetta di come un giudizio soggettivo e uno oggettivo siano cose diametralmente diverse. Perche' se si parla obbiettivamente, sia Arctic Monkeys che Gorillaz al momento sono decisamente migliori come artisti rispetto al trio; tuttavia dato che si tratta in sostanza della band che mi ha introdotto alla musica rock da ragazzo(ino), non potevo non metterli al primo posto. I Muse hanno rivoluzionato completamente il mio modo di intendere la musica. Da quando ho ascoltato Time is Running Out e Supermassive Black Hole i miei gusti si sono modificati ed e' nata una vera e propria passione per il rock, in particolare, come si puo' notare, per quello made in Britain. Da Showbiz in poi, fino ad arrivare a The Resistance, ho amato praticamente tutte le canzoni scritte da Matthew Bellamy, che tutt' ora ritengo uno dei migliori artisti musicali viventi. L' unico passo falso fatto dalla band lo considero proprio il lavoro degli ultimi due anni, 2nd Law, in cui sono stati inseriti toni dubstep ed elettronici eccessivi e non proprio esaltanti, ma da fan quale sono, sara' sempre difficile per me criticare in maniera severa.
D' altronde, come spesso mi viene da pensare, la musica e' il mezzo di intrattenimento piu' soggettivo che esista, e non ci sono critici musicali ed espertoni che tengano: se ti piace qualcosa, anche di tamarro e stupido come il brano Panic Station, e' inutile tenerlo nascosto.
Ebbene si', a me e' piaciuta anche questa cagata colossale. <_< |
E ovviamente come sempre rigiro la domanda a chi legge: ditemi i vostri gruppi rock moderni che preferite di piu' e per
mercoledì 18 giugno 2014
Top 5 Tornei di Arti Marziali nei manga
E nel mentre, perche' non riprendere in mano anche il discorso manga abbandonato con gli ultimi articoli?
Un ring, il pubblico tutto attorno e due guerrieri pronti a darsele di santa ragione.
Ho sempre adorato i tornei nei manga shounen. Rappresentano il mezzo piu' semplice che un autore ha a disposizione per mandare avanti la storia; ma anche la scelta migliore per permettere alla propria serie di fare breccia sul pubblico. Non per niente moltissime opere, vecchie e nuove, devono il loro successo proprio a questo tipo di saga. Questa, come si e' intuito, e' la lista delle mie preferite. Cominciamo!
Quinto posto: Ura Batou Satsujin (Flame of Recca)
Quarto posto: Tenchou Gorin Dai Bukai (Classe di Ferro)
Qui si parla di old school che piu' old si muore. Sakigake Otoko Juku e' forse uno dei manga piu' vecchi che ho avuto il piacere di leggere, e ancora oggi, a distanza di piu' di 30 anni, regge benissimo contro molti shounen di combattimenti. La storia (quel poco che c' e') raggiunge il suo climax proprio nella competizione marziale inaugurata da Toudou Hyoue. Combattimenti strategici, spesso esageratissimi, con tecniche che sfuggono a qualsiasi legge della fisica e ne inventano di nuove; personaggi muscolosi, mastodontici e carismatici fanno da padrone per tutto l' arco. Purtroppo, il difetto fondamentale e' la ripetitivita' degli stilemi e la frequenza delle sempre odiate "false morti" dei personaggi.. problemi che la serie si portera' fino alla fine.
Terzo Posto: Torneo delle Arti Marziali Demoniache (Yu degli Spettri)
Probabilmente uno dei momenti piu' famosi nella storia del manga. Yu degli Spettri, pietra miliare e primo capolavoro di quel genio di Togashi, ha regalato, con questo arco narrativo di mazzate pure, alcuni degli scontri, delle tecniche e dei personaggi piu' spettacolari di sempre. Ad oggi, credo sia difficile che un autore riesca a strutturare una "tournament saga" senza essersi, in minima parte, ispirato alla competizione fra Demoni di Yu Yu. Parlero' un po' da fan boy (e con questa serie vi assicuro che lo sono almeno in parte), ma non credo che potro' mai dimenticare le tecniche vegetali di Kurama, il fighissimo Drago Nero di Hiei e soprattutto Yusuke vs. Toguro Minore, quest' ultimo una vera icona del villain negli shounen.
Secondo Posto: Budokai Tenkaichi (Dragonball)
Non inserire Dragonball in una classifica del genere equivaleva a dire una bestemmia. E' la serie che in sostanza per prima ha introdotto l' idea del torneo di arti marziali come lo intendiamo oggi nei manga shounen. Se Yu degli Spettri e' la prima fonte di ispirazione per gli autori che creano archi narrativi di questo tipo, Dragonball e' invece la base da cui persino Togashi ha tratto spunto. Il 21esimo, il 22esimo e il 23esimo Torneo Tenkaichi sono praticamente dei pezzi di storia del fumetto nipponico e mondiale. Sono stracolmi di personaggi memorabili nonostante la brevita' della loro apparizione (come Nam o Bacterian) e di duelli di una qualita' ancora oggi mai superata, come Goku vs. Crillin, Tenshinhan vs. Jack Chun o Goku vs. Piccolo.
Primo Posto: Torneo Celeste (La Legge di Ueki)
Probabilmente il torneo che ha meno elementi in comune con quelli di cui ho parlato prima. Non c' e' un ring fisso, i combattenti all' inizio sono di un numero imprecisato e spesso la competizione diventa solo un elemento nello sfondo per presentare i personaggi, che in molti casi si incontrano (e si danno battaglia) non perche' partecipano a un torneo, ma piu' che altro per vere e proprie faide private. Quella de La Legge di Ueki, nonostante questo, e' probabilmente la competizione di lotta piu' originale, interessante e unica di tutti i tempi. I poteri presentati dai personaggi sono cosi' strani, cosi' folli, cosi' assurdi.. da funzionare alla grande, rendendo possibile alla fantasia di Tsubasa Fukuchi, un' infinita' di trovate geniali per le scene di azione. Protagonisti e comprimari, nonostante siano spesso banali nella caratterizzazione, riescono a fare breccia grazie proprio agli scontri in cui prendono parte e alle loro abilita' tutte diverse. Leggendo questa serie, che per sedici volumi ricopre tutto il tempo del torneo, capitera' spesso di rimanere allibiti.. un po' per la semplicita' aberrante della trama e dell' intreccio e un po' (molto di piu') per le strategie e l' organizzazione meticolosa dei combattimenti.. che in fondo, sappiamo tutti essere il vero motivo per cui leggiamo i battle shounen.
Menzione d' onore: L' Esame Chuunin di Naruto, che non essendo una vera e propria competizione, ed essendo stato interrotto a meta' non ho potuto (e voluto) inserire in lista.
Menzione di DISonore: lo Shaman Fight di Shaman King, rovinatosi praticamente da meta' serie in poi causa incapacita' dell' autore di gestire personaggi e villain principale.. maledetto Takei.
Sei un po' troppo forte, lo sai vero? |
E voi che mi dite? Quali sono i vostri tornei preferiti? :D
lunedì 9 giugno 2014
Un piccolo esperimento...
Non so se si e' notato, ma a me piace scrivere. Magari vi avevo gia' dato degli indizi... tipo il fatto che questo blog ha articoli chilometrici o che in pochissimo tempo ci sono gia' quasi 30 post. Scegliete voi qual' e' la prova piu' schiacciante.
In ogni caso, un piccolo test che volevo fare all' interno di questo mio diario digitale era di scrivere, tra un post nerdistico e l' altro, una piccola storiella a puntate. Per adesso non pretendo che diventi chissa' quale opera letteraria maxima; si tratta solo di un racconto diviso in capitoli relativamente lunghi.
Vi illustro brevemente alcuni elementi da sapere pre-lettura.
1) I capitoli saranno di una lunghezza superiore alla media dei miei post e non ho intenzione di dividerli in parti, almeno per ora. Vanno gia' bene cosi' come sono.
2) Il genere e' phantasy.. i nomi di luoghi sono puramente inventati, anche se spesso ispirati alla realta'.
3) Utilizzero' delle "immagini di repertorio"... non prendetele come l' esatta trasposizione di quello che vado a descrivere. Piu' che altro sono una sorta di "linea guida a figure".
Buona lettura!
In ogni caso, un piccolo test che volevo fare all' interno di questo mio diario digitale era di scrivere, tra un post nerdistico e l' altro, una piccola storiella a puntate. Per adesso non pretendo che diventi chissa' quale opera letteraria maxima; si tratta solo di un racconto diviso in capitoli relativamente lunghi.
Vi illustro brevemente alcuni elementi da sapere pre-lettura.
1) I capitoli saranno di una lunghezza superiore alla media dei miei post e non ho intenzione di dividerli in parti, almeno per ora. Vanno gia' bene cosi' come sono.
2) Il genere e' phantasy.. i nomi di luoghi sono puramente inventati, anche se spesso ispirati alla realta'.
3) Utilizzero' delle "immagini di repertorio"... non prendetele come l' esatta trasposizione di quello che vado a descrivere. Piu' che altro sono una sorta di "linea guida a figure".
Buona lettura!
RIVER
Capitolo 1: Un giovane
Il rumore dei sassi e
dei ciottoli frantumati dagli zoccoli era, nel silenzio generale, l' unico
suono che in quel deserto pieno di sabbia, pietre e sterpaglia provava ci fosse
ancora della vita. Anche osservando il paesaggio, secco e brullo come pochi,
sarebbe stato difficile scorgere la fonte di quei passi; ma un occhio attento,
com e' era quello dell' uomo che si ergeva su un grosso pendio roccioso, sarebbe
comunque riuscito a notare i cinque cavalli e rispettivi cavalieri che attraversavano
quella landa desolata.
Uno di loro, il piu'
giovane e inesperto, spezzo' la quiete:
"Avete sentito di
quel tizio che assalta le carovane dirette al fiume? Confesso' che un po' mi
spaventa l' idea di un bandito che uccide chiunque lavori per i pezzi grossi
provenienti da Pitts. Pare che gia' abbia sistemato altri tre gruppi diretti da
questa parte!"
Gli altri suoi
compagni lo guardarono con sguardo stanco e scocciato, uno di loro, un uomo un
po' robusto e con una folta barba bianca, gli rispose:
"E' per questo
che hanno assunto noi come esploratori, Hicks. Controllare che le carovane non incontrino
troppi pericoli fra la citta' e le terre di nessuno. Ci pagano per questo. Quando
abbiamo accettato di portarti con noi pensavamo avessi un po' piu' di
esperienza in merito.."
"Oh, Mr.Carlin,
l' esperienza c' e' l' ho mi creda.. e' solo che non voglio incontrare un
criminale cosi' pericoloso. Ho sentito addirittura che lavora da solo e che
cavalca uno di quegli strani animali..."
"Le Fenici?"
lo interruppe subito un altro di quegli scout... "Sono animali che si
vedono cosi' raramente da queste parti. Sarebbe assurdo che abbia davvero uno
di quei cavalli mistici che rendono immortali!" le sue parole avevano un
timbro piu' nervoso che convinto.
D' un tratto, si udi'
uno sparo tuonare nell' aria. Un suono fulmineo e improvviso che spavento' i
destrieri di quegli uomini e fece trasalire questi ultimi. Nessuno di loro era
stato colpito al momento... ma il loro avversario, il cecchino che li aveva presi
di mira, non aveva di certo finito i colpi.
"Scendete da
cavallo e copritevi!" disse Carlin: il tipo aveva tutta l' aria di essere
il capo. Gli altri non se lo fecero ripetere due volte e in pochi secondi tre
di loro, Hicks compreso, erano gia' a terra e si dirigevano verso alcune roccie
dietro le quali trovare protezione.
Il quarto non fece in
tempo. Non aveva ancora staccato i piedi dalle staffe che un altro colpo, piu'
preciso, lo prese in pieno sul petto, uccidendolo all' istante.
"E' lui! Vi dico
che e' lui! Quel bandito che cavalca la Fenice!" disse il giovane con aria
spaventata. Gli altri, con le pistole e i fucili in mano fissavano tesisssimi
le colline che circondavano quel deserto, nella speranza di vedere, anche di
sfuggita, il loro assalitore.
L' uomo che aveva
iniziato quell' attacco se ne stava ancora appollaiato sul pendio, guardando,
come un vero cacciatore, le sue vittime pervase dal terrore.
Era di carnagione
scura, un po' per il sole e un po' perche' era il suo colore naturale. Dagli
occhi, uno nero e l' altro di un innaturale color grigiastro, partivano due
striscie verticali di un rosso vivo che attraversavano le guancie. Un codino
lungo e scuro coronava il capo, mentre il torso era solamente coperto da un
poncho, lasciando le braccia che reggevano il fucile nude. Sulle gambe, dei
pantaloni giallo chiaro di stoffa.
Carico' il terzo
colpo.
Passarono due
lunghissimi minuti, prima che succedesse qualcosa. La tensione era quasi
tangibile ormai. D' improvviso, senza che nessuno dei 4 esploratori rimasti
potesse reagire, la terza pallottola aveva gia' lasciato il segno,
conficcandosi nella gamba di uno di loro e facendolo urlare dal dolore. Un
quarto sparo mise fine alle sue sofferenze, prendendolo dritto in testa.
"Ci vuole
ammazzare tutti quel bastardo.... io me ne vado!" grido' uno dei
superstiti scappando velocemente verso il suo cavallo.
"Fermo, e'
proprio quello che vuole!" esclamo' invano Carlin, ma fu troppo tardi'.
Prima venne ferito al
collo l' animale, che cadde rovinosamente a terra schiacciando il busto del
padrone, e subito dopo, piantando un altro colpo dritto in mezzo agli occhi del
di quest' ultimo, il killer termino' il lavoro.
Silenzio. Il signor
Carlin, l' unico rimasto vivo insieme al ragazzo, era pietrificato. Non sapeva
da dove provenissero i colpi, non aveva possibilita' di muoversi e scappare.
Non poteva fare nulla. Era quasi in stato di trance, tanto che non si accorse
che quel misterioso individuo che li aveva sterminati, stava venendo verso di
lui proprio in quel momento.
Camminava lentamente,
trascinando con la briglia un cavallo dallo strano manto chiaro.
Occhi celesti e
luminosi, criniera e coda verde acqua. Sembrava una creatura fantastica, fuori
da ogni immaginazione, ma piu' veniva vicina, piu' si notava che la sua
bellezza quasi mistica, nascondeva qualcosa di molto inquietante. La pelle non
era solamente chiara: sembrava cadaverica, quella di un animale morto da tempo,
mentre il suo sguardo era vitreo e inquietante, come se scrutasse l' animo di
chiunque gli si parasse davanti.
"Uccidimi.. e
prendi quello che abbiamo. Tanto sono solo provviste e qualche utensile da
quattro soldi." disse rassegnato il vecchio esploratore, notando che la storia del Cavaliere con la Fenice predone di carovane si era rivelata veritiera.
"OK. Ora che sono
morti tutti, puoi dirmi davvero cosa stavi andando a fare al fiume Missho.."
era la voce di Hicks, e subito dopo udi' alle sue spalle il suono di una
rivoltella che preparava una pallottola.
Carlin sbianco'.
Voltatosi noto' che quell' inesperta palla al piede che si erano trascinate fin
da Pitts adesso lo guardava con un sorriso soddisfatto stampato in volto e
soprattutto con un arma puntata contro di lui.
"Sai, odio quando
devo fare la parte del ragazzino piccolo e indifeso. Purtroppo, sapevo che
eravate alla ricerca di un braccio giovane e forte per questa impresa di
ricognizione. O meglio, i tuoi quattro compari lo erano.. perche' tu dai pezzi
da novanta li in citta' hai ricevuto tutt' altro ordine segreto, non e'
cosi'?" continuo' il giovane.
"River, credo di
aver visto qualcosa nella giacca del vecchio." disse l' altro bandito,
stupendo non poco Carlin, che fu costretto a tirare fuori cio' che nascondeva
in una tasca segreta. Il ragazzo doppiogiochista prese quel foglio di carta:
"Hachyen.. e' il nome dei nativi che guarda caso abitano proprio nelle vicinanze del Missho. Questa mappa illustra
in modo dettagliato la geografia della vallata dove sta la tribu' del mio socio..
non ha molto senso portarsi una cosa del genere quando si va a fare una
gita random nel deserto.." spiego' il giovane, il cui vero nome,
chiaramente, era River.
"Il tuo
obbiettivo era spiare la mia gente. La vostra razza si e' spinta a questo pur
di invadere le nostre terre?" disse con tono accusatorio il killer, che
difatto era solo un uomo che difendeva gli altri Hachyen.
Carlin aveva il cuore
in gola. Non aveva alcun modo per uscirne vivo e sapeva che quel traditore era
la causa di tutto cio'. La sua rabbia supero' la paura di morire.
"Bastardo
maledetto! Si', e' vero.. avevano promesso di darmi il triplo se avessi rivelato tutto il possibile su quei selvaggi! Mi chiedo solo come possa un ragazzino lavorare insieme a uno di loro!!" grido' con le ultime sue energie.
Non ricevette
neanche una risposta. River fece partire il colpo e il suo ostaggio si ritrovo'
accasciato a terra con un grosso buco sulla fronte.
"Il tuo primo errore
e' stato dire la parola 'selvaggio'. Chiamarmi 'ragazzino' il secondo ". E detto questo,
River si avvicino al nativo e sali' in groppa alla creatura mistica che aveva
accanto.
Lo Hachyen gli
consegno' una giacca chiara e un cappello. Sistemata la pistola alla
cinghia dei suoi lunghi pantaloni verde scuro, si rivolse all' amico:
"Bene, la mia
Fenice c' e', i vestiti pure.. manca qualcosa?" chiese ironicamente.
"L' eta',
direi." rispose quell' altro.
"Giusto"...
e in pochi secondi avvenne una trasformazione. Le gambe del ragazzo si
ingrossarono, il corpo si fece piu' grande e forte e il volto piu' maturo. Sul
viso vi era una bionda barba incolta e degli occhi corrucciati e solcati da
rughe tracciate dal sole e dal tempo.
"La gente che
vuole solo essere immortale non capisce che la cosa migliore in realta' e'
essere bambini, giovani, adulti e vecchi allo stesso momento. E per
sempre!" esclamo' mentre la sua Fenice, cominciava lentamente a galoppare.
"Jerome, ma
tu non te lo porti mai un cavallo?" domando' quel cavaliere senza tempo.
"Il cavallo l'
avete portato voi bianchi da noi, sarebbe contro i miei principi usarlo per
muovermi."
"Eppure prima hai
usato il fucile... quello lo avete inventato voi Hachyen per caso?"
"Una cosa e'
andare contro i miei principi.. un' altra e' usare le vostre stesse armi per
farvi fuori tutti. Quella e' una soddisfazione che non posso evitare di
togliermi!"
E con quella sadica
frase di Jerome, la discussione poteva dirsi conclusa. Ora, per il duo,
non restava che ritornare al villaggio Hachyen sulle rive del Missho.
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Se siete arrivati fino a qui significa che avete voglia di leggere. Il che e' un bene. Spero che come inizio vi soddisfi, io intanto, vado a letto.
mercoledì 4 giugno 2014
Nostalgia disneyana condita con Final Fantasy
Sono consapevole che dovrei scrivere la seconda parte della carrellata dei film sugli X-Men... ma per adesso, dato che si tratta di un argomento a me estremamente caro, si parla di un brand videoludico in particolare.
Kingdom Hearts.
O meglio, si parla dell' esperienza che ho avuto con esso.
Era un sabato di martedi' notte quando improvvisamente, da buon divoratore accanito di Topolino quale ero, scopro, in una di quelle pagine pubblicitarie di cui in genere alla gente non frega mai un cavolo di nulla, che di li' a poco sarebbe uscito un gioco che mischiava i personaggi creati da Walt Disney e dal suo studio di animazione con alcuni dei protagonisti piu' importanti della saga di giochi di ruolo giapponesi piu' famosa del mondo.. Final Fantasy.
Ora. Mettetevi nei miei panni. A soli 9 anni, in piena Via della Nerdizzazione piu' pura, scopro che nella Playstation 2 mi sarebbe stato possibile interagire sia con Paperino e Pippo che con Tidus, Wakka, Squall o Cloud. Cosa pensate sia successo? Esatto... mi sono letteralmente cagato addosso dalla felicita'. Beh. oddio.. letteralmente no, sarebbe stato un po' inquietante.. ma vabbe', ci siamo capiti.
E quindi comincia un periodo di suppliche e sofferenza in cui assillo mio padre di farmi questo piccolo regalo. Chiaramente, tutto a scatola chiusa: senza sapere se sarebbe stato un successo (quale poi si e' rivelato essere) o una cavolata immensa. Io sapevo solo che c' erano i protagonisti dei film e dei fumetti disneyani.. e che potevo incontrare anche personaggi di Final Fantasy X, il mio preferito. Mi bastava quello.
E alla fine riesco a portarmelo a casa. Inizio il gioco e la colonna sonora, Simple and Clean, di Utada Hikaru, penetra nel mie orecchie e presto anche nel cuore, diventando una delle intro musicali piu' belle che abbia mai ascoltato.
E dopo i tutorial iniziali, anch' essi in qualche modo memorabili, nonostante spieghino solo come si giochi effettivamente, vengo catapultato in qualcosa di enorme, di epico e dai toni forse un po' troppo buonisti (e qui la Disney si sente), ma comunque di grande impatto emotivo.
Un' avventura assurda e fantastica in cui Sora, Paperino e Pippo viaggeranno nei Mondi dei film piu' famosi.. dall' Olimpo di Hercules ad Agrabah di Aladdin fino ad arrivare persino alla Citta' di Halloween di Nightmare Before Christmas per debellare la minaccia degli heartless, creature di pura Oscurita' che si nutrono del cuore (non quello vero....) delle persone.
Eppure da piccolo non riesco ad andare oltre il terzo livello.. La Giungla di Tarzan.. bloccandomi al boss finale.. ovvero Clayton e un gigantesco a potentissimo Heartless a forma di camaleonte. La mia inesperienza con i giochi di ruolo, la mia ingenuita' non mi fanno capire che per andare avanti in un videogame di questo tipo e' vitale salire di livello, comprare oggetti e armi piu' potenti e non lasciare nulla al caso.
Solamente verso i quindici anni, quando ormai la saga Kingdom Hearts-iana era ben affermata, e i giochi avevano fatto l' insano gesto di spostarsi esclusivamente su console portatili per il momento, decido di riprendere in mano quel titolo che mi era costato intere giornate perse da piccolo... stavolta con una maggiore esperienza nerd in piu'.
E dunque riesco a portare finalmente a termine il gioco.. chiudendo un capitolo della mia infanzia rimasto aperto per troppo tempo.
Inutile dire che finito il primo mi metto a recuperare tutti gli altri... e man mano che vado avanti, giocando a Chain of Memories per Gameboy Advance e poi a quel capolavoro che e' Kingdom Hearts II, mi accorgo che in poco tempo la saga targata Squaresoft (ormai Enix) e Disney sta diventando una delle mie preferite di sempre.
Un' intreccio complesso, intricato.. spesso un po' confuso, in cui nulla e' lasciato al caso e dove tutti i personaggi sono in qualche modo legati fra loro.
Da Chain of Memories in poi non esiste solo il bene e male.. non esiste solo la Keyblade, l' arma della Luce per eccellenza, e gli Heartless, i Demoni dell' Oscurita'. Si parla anche di cio' che sta nel mezzo.. del cosiddetto "Crepuscolo" (non a caso esiste un mondo nel sequel chiamato Crepuscopoli), e di esseri che non hanno piu' un cuore, i Nessuno.
Vengono aperte nuove sottotrame che aiutano a comprendere meglio quella principale, vengono svelati i retroscena fra un gioco e l' altro (KH: 358/2 Days ne e' un esempio), e infine tramite il quinto capitolo della serie "Birth by Sleep" viene finalmente narrata l' origine dell' intero universo della serie.
E ora che ci dobbiamo aspettare? Giunti a questo punto.. con le versioni Remix per Playstation 3 dei primi due giochi e dei titoli portatili; ma soprattutto con Kingdom Hearts III finalmente in sviluppo, che strada prendera' la storia? Io spero solo che la Square e la Dinsey non riterranno mai del tutto chiuso del tutto il brand.
Non mi dispiacerebbe affatto una nuova avventura, con protagonisti diversi, personaggi nuovi.. e magari una gestione dei titoli meno confusionaria, evitando di inserire punti estremamente importanti ai fini della trama generale (gia' complicata di suo) in console portatili magari non accessibili a tutti.
Vi lascio con uno dei dialoghi piu' importanti di questo gioco.. che riguarda tra l' altro il mio personaggio preferito.. Riku:
Kingdom Hearts.
O meglio, si parla dell' esperienza che ho avuto con esso.
Era un sabato di martedi' notte quando improvvisamente, da buon divoratore accanito di Topolino quale ero, scopro, in una di quelle pagine pubblicitarie di cui in genere alla gente non frega mai un cavolo di nulla, che di li' a poco sarebbe uscito un gioco che mischiava i personaggi creati da Walt Disney e dal suo studio di animazione con alcuni dei protagonisti piu' importanti della saga di giochi di ruolo giapponesi piu' famosa del mondo.. Final Fantasy.
Ora. Mettetevi nei miei panni. A soli 9 anni, in piena Via della Nerdizzazione piu' pura, scopro che nella Playstation 2 mi sarebbe stato possibile interagire sia con Paperino e Pippo che con Tidus, Wakka, Squall o Cloud. Cosa pensate sia successo? Esatto... mi sono letteralmente cagato addosso dalla felicita'. Beh. oddio.. letteralmente no, sarebbe stato un po' inquietante.. ma vabbe', ci siamo capiti.
E quindi comincia un periodo di suppliche e sofferenza in cui assillo mio padre di farmi questo piccolo regalo. Chiaramente, tutto a scatola chiusa: senza sapere se sarebbe stato un successo (quale poi si e' rivelato essere) o una cavolata immensa. Io sapevo solo che c' erano i protagonisti dei film e dei fumetti disneyani.. e che potevo incontrare anche personaggi di Final Fantasy X, il mio preferito. Mi bastava quello.
E alla fine riesco a portarmelo a casa. Inizio il gioco e la colonna sonora, Simple and Clean, di Utada Hikaru, penetra nel mie orecchie e presto anche nel cuore, diventando una delle intro musicali piu' belle che abbia mai ascoltato.
Un' avventura assurda e fantastica in cui Sora, Paperino e Pippo viaggeranno nei Mondi dei film piu' famosi.. dall' Olimpo di Hercules ad Agrabah di Aladdin fino ad arrivare persino alla Citta' di Halloween di Nightmare Before Christmas per debellare la minaccia degli heartless, creature di pura Oscurita' che si nutrono del cuore (non quello vero....) delle persone.
Seriamente.. questo e' uno dei pochi tutorial che ho sempre fatto volentieri.. specie nel momento in cui devi scegliere il tuo destino in questa scena. E voi, che potere avete scelto? |
Solamente verso i quindici anni, quando ormai la saga Kingdom Hearts-iana era ben affermata, e i giochi avevano fatto l' insano gesto di spostarsi esclusivamente su console portatili per il momento, decido di riprendere in mano quel titolo che mi era costato intere giornate perse da piccolo... stavolta con una maggiore esperienza nerd in piu'.
E dunque riesco a portare finalmente a termine il gioco.. chiudendo un capitolo della mia infanzia rimasto aperto per troppo tempo.
Ansem il Cercatore dell' Oscurita' , il villain a capo di tutti gli Heartless... non vi dico le bestemmie per sconfiggerlo nello scontro finale. |
Un' intreccio complesso, intricato.. spesso un po' confuso, in cui nulla e' lasciato al caso e dove tutti i personaggi sono in qualche modo legati fra loro.
Da Chain of Memories in poi non esiste solo il bene e male.. non esiste solo la Keyblade, l' arma della Luce per eccellenza, e gli Heartless, i Demoni dell' Oscurita'. Si parla anche di cio' che sta nel mezzo.. del cosiddetto "Crepuscolo" (non a caso esiste un mondo nel sequel chiamato Crepuscopoli), e di esseri che non hanno piu' un cuore, i Nessuno.
Vengono aperte nuove sottotrame che aiutano a comprendere meglio quella principale, vengono svelati i retroscena fra un gioco e l' altro (KH: 358/2 Days ne e' un esempio), e infine tramite il quinto capitolo della serie "Birth by Sleep" viene finalmente narrata l' origine dell' intero universo della serie.
Terra, Ventus e Aqua.. i tre protagonisti di Birth by Sleep.. la cui storia e' giocabile da tutti e tre i punti di vista, rendendola longeva, dinamica e piu' completa che mai. |
Non mi dispiacerebbe affatto una nuova avventura, con protagonisti diversi, personaggi nuovi.. e magari una gestione dei titoli meno confusionaria, evitando di inserire punti estremamente importanti ai fini della trama generale (gia' complicata di suo) in console portatili magari non accessibili a tutti.
Vi lascio con uno dei dialoghi piu' importanti di questo gioco.. che riguarda tra l' altro il mio personaggio preferito.. Riku:
« Sceglierai la via della luce o quella dell'oscurità? « Nessuna delle due... Camminerò in mezzo... » « Ti riferisci alla via del crepuscolo? » « No... La via dell'alba. » |
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