martedì 22 aprile 2014

Il ritorno del figlior prodigo.... su Jump

Perdonate l' assenza per non-mi-ricordo-piu'-quanti giorni, ma Pasqua, Pasquetta e una connessione che fa letteralmente schifo mi hanno reso quasi impossibile la scrittura del nuovo articolo.
Sta di fatto che non sono morto, e volevo provarvelo scrivendo qualche breve mio pensiero riguardo il ritorno sulle pagine del Weekly Shounen Jump del caro vecchio Hunter X Hunter e del suo simpatico autore Yoshihiro Togashi (notasi l' ironia..).

I fan gia' esultano e piangono di gioia, ma in realta' al momento sappiamo solo che il manga ricomincera' la serializzazione a giugno, e che in questo numero della rivista di Shueisha, la double issue #22/#23, avremo qualche notizia in piu'.
La mia previsione e' che verra' rivelata qualcosa riguardante esclusivamente l' ultima saga della serie, perche' presumo che Togashi non voglia tirarsi dietro questo lavoro (leggasi peso) che si trascina dal '98 ancora per molto.

L' opinione che ho sul mangaka in questione e' molto combattuta. Da un lato lo ritengo uno dei migliori sceneggiatori del panorama shounen (e seinen) moderno; dall' altro e' anche uno dei fumettisti piu' irresponsabili, immaturi e pigri della storia.
Gia' con la sua precedente opera aveva manifestato un' innata incapacita' nel portare a termine quello che si era preposto: la terza saga di Yu degli Spettri si interrompe di colpo, perche' lui si era ampiamente rotto le scatole di disegnare. Si parla addirittura del fatto che anche solo guardare da lontano carta, pennino e inchiostro gli procurasse nausea e voltastomaco. Assurdo.

e della sua svogliatezza, anche i disegni ne risentivano..
Con Hunter X Hunter ha pensato bene di non caricarsi di troppo lavoro, e nel tempo, ha collezionato pause su pause.
Personalmente, all' inizio pensavo che queste fossero un modo per permettergli di pensare e scrivere dei capitoli meglio strutturati e organizzati.. ma con il tempo ho capito che erano spesso solamente scuse disdicevoli per non lavorare. Perche' ci puo' stare che sei debole di salute e ti ammali spesso, ma non che fai pause di settimane e mesi perche' vuoi giocare all' ultimo capitolo di Dragon Quest.

Eccola qua la misteriosa malattia che affligge
Togashi da ormai quasi 3 anni....
Con l' ultima pausa Yoshihiro-sensei ha toccato veramente il fondo. Anni di assenza hanno fatto guadagnare al suo manga il nomignolo di Hiatus X Hiatus nelle community internettiane, e a ragion dovuta.
Non solo l' attesa e' stata estenuante, ma a rincarare la dose ci si mettevano le tonnellate su tonnellate di false informazioni e fake incredibili su un suo imminente ritorno.
Adesso la fonte pare essere ufficiale, il che e' solo un bene, ma sto comunque molto attento a gridare subito al miracolo e all' aspettarmi gia' chissa' quali meraviglie dal prossimo arco narrativo della serie.

E cosa dovremo aspettarci quindi? Le possibilita' sono tre, almeno per me e per altri lettori che ormai conoscono bene il mangaka con cui hanno a che fare:
1) Una ultima grande saga che riprendera' gli argomenti e le rivelazioni ottenute nel capitolo #340 (non faro' spoiler). Ovviamente questa e' l' ipotesi piu' ottomista.
2) Un ritorno di Togashi estremamente breve. Della serie che tempo 50 capitoli e gia' rivedremo la serie in pausa perenne. Ipotesi, tristemente, piu' realistica.
3) Dei capitoli che decreteranno una fine prossima e  definitiva del manga. D' altronde non sarebbe la prima volta che l' autore interrompesse le cose sul piu' bello, lasciando i fan a bocca asciutta nonostante tutte le belle cose che aveva promesso (qualcuno ha detto Berlusconi?). Ipotesi piu' pessimista... ma ugualmente realistica.
To trust, or not to trust? That is the question.
E' chiaro che non era mia intenzione distruggere le speranze di tutti gli aficionados, ho voluto solamente mettere in chiaro le cose.. dopotutto e' meglio partire prevenuti che farsi millemila aspettative per poi vederle infrante, no?

martedì 15 aprile 2014

Jojo: Famiglia, Sangue e Destino

"Sono chi no sadame!" recita l' omonima opening del recentissimo anime realizzato dalla David Production su "Le Bizzarre Avventure di Jojo", il capolavoro di Hirohiko Araki.
Una frase, o meglio, un titolo estremamente significativo, che evidenzia quella che probabilmente e' la tematica piu' importante di tutto il manga.
Letteralmente, significa "Il destino di quel sangue", alludendo chiaramente al legame fortissimo che accomuna tutti i membri della famiglia Joestar, a prescindere dalla lontananza della loro parentela o dalla diversita' del loro carattere.

Fin dal primo protagonista con cui si viene a contatto, Johnathan, diventa subito chiaro che quella raccontata dal Genio sara' un' epica battaglia che si protrarra' nel tempo e nello spazio, perche' il male, la cui personificazione piu' famosa e' quella di Dio Brando, non sara' mai del tutto sconfitto.
Sara' quindi dovere della famiglia con il marchio a stella combattere per ripristinare l' equilibrio, che esso sia del mondo intero o solo di una pacifica cittadina dispersa nel Giappone (Morioh-cho). Non esistono scuse o giustificazioni di alcun tipo: nel momento in cui un Jojo nasce, il suo fato, e' segnato e lo dovra' affrontare.

La grandezza dell' opera di Araki e' questa: l' aver inserito in un manga di combattimento e di azione una tematica cosi' originale, ma al tempo stesso cosi' vera: l' importanza del proprio dovere, del fardello che ci si porta sulle spalle.
Non e' una semplice questione alla Spider-man: "da grandi poteri derivano grandi possibilita", perche' in questo caso, pur essendoci, i poteri non sono cio' che smuove l' animo degli eroi Jojeschi, e' semplicemente appunto il loro Sangue, che li richiama al dovere.

Chi dice che Jojo non e' nient' altro se non una serie di pura avventura e scontri... non ha tutti i torti; ma in realta' se si fa piu' attenzione, aldila' di quei sentimenti di pura allegria, di leggero divertissement, si riesce a cogliere la presenza di valori piu' forti che sostengono saldamente l' intera opera, che ne fanno da caposaldo senza i quali non esisterebbe.
Per questo non vedremo mai le "bizzarre avventure" di un Jojo in versione malvagia, un membro dei Joestar che invece di fare il buono fa il cattivo. I Jojo sono legati dal sangue dei loro antenati, sono per natura i protettori del bene, della liberta' e del mondo.. e per quanto possano apparire spesso degli anti-eroi, Jotaro Kujo e Josuke Higashikata in particolare, lo faranno sempre con delle buone intenzioni profondamente radicate nel loro cuore.

Non dareste in custodia manco il vostro peggior nemico a questi due, ammettetelo..
E parliamo quindi del "male", delle figure che lo rendono concreto, "umano", nel mondo di Jojo.
Nella maggior parte dei casi, unico escluso probabilmente Funny Valentine, gli antagonisti della famiglia Joestar rappresentano una malvagita' incomprensibile all' uomo. Qualcosa che va oltre. Delle sorte di "Superuomini corrotti" che hanno un potere illimitato, ma che lo utilizzano per la distruzione di tutto e tutti.
Il piu' grande nemico giurato dei vari Jojo, e' chiaramente Dio Brando.
Al fin di evitare che l' articolo diventi troppo lungo, mi focalizzero' solo su questa figura per adesso.
Partiamo dicendo che Dio era malvagio fin da prima che acquisisse immortalita', forza sovrumana e quant' altro. Era un essere spregievole, piombato nella vita di Johnathan Joestar solo per renderla un Inferno senza via d' uscita.
Uccide il cane, bacia Erina ed e' responsabile della malattia del padre George. In sostanza, il futuro Vampiro onnipotente dimostra di essere pazzo ben prima di acquisire i suoi poteri.
Ma e' solo grazie a questi, che diventa la personificazione per eccellenza del Male, nel senso piu' puro e marcio del termine. Dio non ha piu' nessun legame con l' uomo. Con l' umanita' intera. Anzi, la disprezza per la sua debolezza, per il fatto che essa provi emozioni come amore e amicizia, cose che , secondo lui, rendono fragili e incapaci.
Lui, indossando la maschera di pietra, e' divenuto l' Oltreuomo, ma non uno di quelli che guidera' le masse verso la retta via'... ma solamente un essere consumato e soffocato dal suo stesso egocentrismo, dalla sua megalomania infinita. Basta ascoltare il discorso che fa a Jotaro:

Ahh... Povero Jotaro. E questo sarebbe il modo di agire in uno scontro finale? Sei proprio un povero essere umano... Ragioni come un essere che ha la vita molto corta... Ah ah ah!... Amaro in bocca... Rimorsi... Questi concetti valgono quanto gli escrementi di un topo di fogna! Questo tuo meschino modo di pensare ti costerà la vita! Ah ah ah! È per questo che io sono un essere superiore... Ho abbandonato le idiozie degli esseri umani un secolo fa... Io ho un solo pensiero in testa... Uno solo! Vincere e dominare. Solo quello mi dà soddisfazione! Il come... e il perché... Non hanno la minima importanza!


Altro che Kira... il Dio del nuovo mondo e' lui. 
Un male cosi' grande, cosi' radicale, e' difficile da distruggere completamente. E infatti Dio e' l' unico villain in Jojo che in qualche modo e' sempre presente all' interno della storia.. vuoi per vie traverse, vuoi direttamente.
In Battle Tendency si parla del padre di Joseph, ucciso da uno scagnozzo di Dio; in Stardust il Vampiro ritorna con tanto di Stand; in Diamond is Unbreakable ci saranno alcune figure legate a lui in qualche modo; in Vento Aureo addirittura Giorno stesso, il protagonista, e' in parte suo figlio, e infine in Stone Ocean Jolyne Kujo deve misurarsi con il suo piu' grande seguace, Enrico Pucci.

Ogni volta che il male ritorna a terrorizzare il mondo, i Jojo saranno li' a difenderlo. Perche' lo scontro contro coloro che minano alla liberta' e alla pace, non terminera' mai. 
Suona tanto come la frase finale di un episodio di un cartone animato sui supereroi, ma in fondo, la famiglia Joestar ha tanto in comune con questi.

giovedì 10 aprile 2014

Manga dalla A alla Z.... versione Emme!

Ecco un giochino molto simpatico che il buonissimo e butissimo Sommobuta ha trovato fra le millemila pagine internettiane e a cui io ho deciso di partecipare.
In sostanza, basandosi sulle lettere dell' alfabeto, si risponde a certi quesiti riguardanti il mondo dei fumetti/libri/quello che sia.
Io, da cultore principalmente di manga, parlero' di quello, ma voi che rispondete nei commenti sentitevi liberissimi di citare anche opere non provenienti dalla Nippolandia.
Si comincia....

#A: Autore con la A maiuscola (quello di cui hai letto piu' opere)...
Probabilmente si tratta di Yoshihiro Togashi per me. Le sue due serie di punta, Yu degli Spettri e Hunter X Hunter, le considero entrambe dei capolavori indiscussi nel panorama shounen di azione e sicuramente fra i miei 10 manga preferiti di sempre. Poi, se le varie parti di Jojo si possono considerare come opere a se stanti, direi anche Hirohiko Araki.

#B: Bevo responsabilmente quando leggo...
Beelzebub, di Ryuuhei Tamura. Opera estremamente leggera e scorrevolissima da leggere, che rilassa davvero come poche e diverte tantissimo. Una coca cola o comunque qualcosa di fresco, mentre si seguono le folli gesta di Oga Tatsumi e del piccolo principe infernale Beel, e' una vera manna dal cielo.

#C: Confesso di aver letto...
Tutor Hitman Reborn!!... e non solo confesso di avere letto uno dei manga piu' mediocri degli ultimi 10 anni, ma anche che alcune saghe, le prime in verita', mi sono pure piaciute. Tralasciando la prima parte da gag manga, abbastanza insulsa, gli archi narrativi in stile di manga da combattimento, come quello su Rokudo Mukuro, quello sui Varia e persino la saga del Futuro li ritengo per certi versi abbastanza godibili. Poi chiaramente, la serie perde praticamente ogni oncia di credibilita' trasformandosi in un simil-yaoi di livelli infimi a dir poco.

aho.. a me sta parte e' piaciuta...
#D: Devo smettere di...
Illudermi che mangaka come Miura o Togashi torneranno mai nei ritmi normali di un qualsiasi altro autore. E dire che Berserk e' pure ricominciato di nuovo..... ma la realta' dei fatti e' che tempo due/tre mesi e gia' potremmo salutare nuovamente Grifis, Gatsu e tutta la sua allegra combriccola che manco la Compagnia dell' Anello.

#E: eComics o cartaceo?
Mi piacciono tutti e due allo stesso modo. Leggere fumetti e' una passione che si coltiva se ci si vuole immergere in mondi e/o contesti del tutto nuovi e diversi... non importa il mezzo che si utilizza per farlo. Seguita online, via scan o nei volumi, una storia ha la stessa identica valenza e non vedo cosa ci sia di sbagliato nel preferire la versione digitale di un prodotto a quella "concreta".

#F: Fanboy impertinente di...
One Piece, e non lo nego, anche se ho tutte le ragioni per esserci cosi' fissato, visto che obbiettivamente e' uno dei fumetti piu' significativi degli ultimi 20 anni ormai. Poi anche Dragonball, che adoro ancora adesso come eoni fa quando lo vidi su Italia 1, e Le Bizzare Avventure di Jojo, che apprezzo praticamente a prescindere in quanto adoro i suoi combattimenti, le sue citazioni, gli Stand e tutto l' universo assurdo partorito dalla mente del Genio Araki.

#G: Genere preferito e genere che di solito non leggo...
E qua concordo con il Sommo... il battle shounen regna sovrano anche per me. Mi si possono presentare davanti le serie con la trama o l' intreccio piu' ricercati di sempre, i generi piu' maturi e vasti possibili.. per me un vecchio fumetto di combattimenti, azione e soprattutto avventura sara' sempre la scelta che mi lascera' piu' soddisfatto. Basta dire che 9 su 10 delle mie serie preferite sono di questo tipo. Un genere che non leggo particolarmente e' il gag manga puro (senza sotto-generi action o phantasy), nello stile di Sket Dance et simila per capirci. Mai piaciuto.

chiamatemi infantile, ma per me questa scena
batte ancora oggi tutti i vari seinen ultra-
profondi che esistano.
#H: Ho atteso a lungo per...
La pubblicazione in Italia di Karakuri Circus, di Kazuhiro Fujita... opera che avevo intenzione di leggere da un sacco di tempo. Del mangaka piu' sottovalutato del Giappone ho letto (o per meglio dire, leggo) solo Moonlight Act finora, ma quando ho saputo dell' arrivo nel nostro paese anche del suo secondo capolavoro ho davvero fatto i salti di gioia. Appena avro' soldi e tempo recuperero' tutti i numeri finora usciti.

#I: In lettura al momento...
-Sakigake Otoko Juku, anche noto come Classe di Ferro qui in Italia... manga tamarrissimo, vecchissimo e potentissimo.
-Vagabond, serie veramente stupenda sul samurai Musashi Miyamoto, ma che per quanto mi riguarda e' anni luce inferiore al piu' bel manga sugli spadaccini giapponesi mai scritto, ovvero Kenshin, Samurai Vagabondo.

#L: Luogo preferito per leggere i fumetti...
Letto. Divano. Cesso. La sacra trinita' della lettura manghistica.

#M: Miglior sequel di sempre...
Siccome di prequel belli non ne ho letto tipo nessuno o quasi.. parliamo dei seguiti migliori. In questo caso devo citare Steel Ball Run, che detta la vera e propria "parte seconda" delle avventure della famiglia Joestar ne Le Bizzarre Avventure di Jojo. Si', e' la settima saga della serie, ma, azzerando totalmente l' universo precedente e trasformando completamente il mondo intero, si propone come un nuovo inizio. Un punto e a capo magistrale che permette ad Araki di sperimentare come mai ha sperimentato prima. E proprio grazie a questa trovata, la serie e' entrata facilmente a far parte delle mie preferite in tutta l' opera.

#N: Non vorrei mai leggere...
una nuova serie di Hiro Mashima. Gia' ha rovinato il panorama fumettistico giapponese con Fairy Tail.. e mo' a quanto pare ha deciso di iniziare un nuovo manga MENTRE disegna e """""scrive""""" (notasi le virgolette) l' obbrobrio sui maghetti idioti? Assurdo. Semplicemente assurdo.

la tristezza piu' totale...
#O: Once more (un fumetto che hai letto tantissime volte, ma che rileggeresti ancora)...
One Piece. L' ho letto 4/5 volte come minimo... e adesso ho la mezza idea di riniziarlo da capo. E no, non mi stanca, anzi.. e' una lettura che adoro sempre di piu' ogni volta che riprendo in mano i suoi primi volumi.

#P: Perla nascosta (un fumetto che non ti aspettavi fosse cosi' bello)...
Doubutsu no Kuni. Ne ho gia' parlato nell' articolo "Emme consiglia...", quindi rimando a li. Mi limito ad aggiungere che se volete leggere qualcosa di estremamente emozionante e unico nel suo genere questa e' una lettura perfetta.

#Q: Questioni irrisolte (un fumetto che non sono mai riuscito a finire)...
Le serie di OhGreat!!. Ne ho parlato anche in questo caso qui... e non mi stanchero' mai di criticare questo autore per la sua incapacita' di rendere comprensibile, chiara o anche solo interessante l' opera che realizza. Disegnatore impeccabile, sceneggiatore pessimo. 

#R: Rimpianti fumettistici (serie interrotte o fumetti perdute che non potro' mai finire di leggere)... 
Nessuno per adesso... ma considerando l' irresponsabilita' di certi autori, non ci vorra' molto prima che le mie risposte saranno Hunter x Hunter e Berserk.

#S: Serie iniziate e mai finite...
Troppe da contare. Tutte quelle che dopo un po' mi hanno rotto abbondantemente le scatole. Non sono uno di quelli che deve finire per forza cio' che ha cominciato pur non piacendogli... sono convinto che se questa e' una nostra passione, dobbiamo amare cio' che leggiamo, MAI leggere "per forza". Ergo: tutto cio' mi ha fatto schifo dopo un po', salvo alcuni esempi (Bleach), l' ho sempre interrotto a un certo punto.

#T: Tre dei tuoi antagonisti preferiti...
Shinobu Sensui (il mio preferito in assoluto), Raoh, Meruem. Ebbene si', 2 dei miei 3 villain favoriti li ha pensati, disegnati e scritti Togashi. Dici nulla...

L' uomo dietro a due dei nemici piu' interessanti
mai concepiti nella storia dei manga...
#U: Un appuntamento con (personaggio dei manga)...
Josuke Higashikata. Per un sano, temprante e vigoroso cazzeggio quotidiano senza scopo. Fra battaglie Stand e qualche giro alla ricerca del criminale Kira. Sarebbe meraviglioso.

#V: Vorrei non aver mai letto...
Per non dire sempre Fairy Tail, cito quella cavolata immensa di World Trigger, serie edita solo in Giappone e che DEVE rimanerci. Il piattume assoluto fatto manga action. Un opera che piu' noiosa, triste e inutile di cosi' non c' e' veramente nulla.

#Z: Zanna Avvelenata (quel finale che proprio non ho mandato giu')...
Dico l' obbrobrioso finale di Shaman King. E parlo di quello vero, non quello finto coi cuscini.... l' opera di Takei e' una serie estremamente sopravvalutata a mio parere, e a cui spesso si attribuiscono meriti che in realta' non ha. La sua fine poi, e' quanto di piu' deludente e amaro ci possa essere. Peccato, perche' almeno finche' non comincia il vero Shaman Fight, e non appaia Hao in tutta la sua esageratissima potenza, la serie e' uno dei migliori shounen di fine anni '90.

E ora, come e' facilmente intuibile, tocca a voi!

venerdì 4 aprile 2014

Flame of Recca: un plagio fatto bene


Quello di cui voglio parlare oggi e' un manga molto particolare.
Si tratta di un battle shounen anni 90 realizzato da Noboyuki Anzai e pubblicato su Shounen Sunday; molto semplice e lineare nella sua essenza e che potrebbe risultare una lettura estremamente piacevole. Il nome dell' opera e' Recca no Hoono, Flame of Recca per gli amici come e' noto in tutto il resto del mondo. Purtroppo non e' mai stato edito in Italia ed e' dunque disponibile solo tramite scan inglesi nei vari reader online.

Vi avverto pero', che se siete dei lettori abbastanza navigati, che conoscono il genere del fumetto nipponico di azione e avventura, noterete fin dai primi capitoli, dai primi volumi, che questo manga ha un enorme, immenso problema, ovvero la palese e incredibile somiglianza con Yu degli Spettri, di Yoshihiro Togashi.
Ed e' presto detto il motivo: se fate un po' di ricerca nerdistica, noterete che Yu Yu Hakusho e' terminato sul Weekley Shounen Jump nel 1994.
All' epoca della sua pubblicazione, fu una vera e propria pietra miliare del manga moderno e di certo uno dei massimi successi della rivista di Shueisha. Ovviamente una volta concluso il mondo del fumetto nipponico aveva perso uno dei pilastri piu' forti. Nel momento in cui ci si accorse della enorme nostalgia dei fan di Togashi, ci si mise poco a fare 2 + 2... e l' eterno rivale del Jump, il Sunday, penso' bene di sfruttare la cosa a suo favore. Diede carta e inchiostro a un autore ancora semi-sconosciuto come Anzai e inizio' la pubblicazione, nel 1995, di Flame of Recca: un manga che ricalcava praticamente quasi tutti gli archi narrativi della serie che tentava di emulare.
E, guarda caso, questa trovata disperata della casa editrice Shogakugan funziono' alla grande. Flame of Recca ancora oggi, e' considerato in Giappone un altro manga estremamente influente negli anni '90.

Ora, dopo questa noiosissima lezione di storia, vi propongo qui sotto la trama della serie:
Recca Hanabishi è un normale studente delle scuole medie, con una fissa per le arti ninja. La sua vita cambia radicalmente quando incontra Yanagi Sakoshita, una misteriosa ragazza in grado di curare le persone con uno strano potere, che viene attaccata da un misterioso demone. Rekka e i suoi due amici, Domon Ishijima e Fūko Kirisawa aiuteranno la ragazza, dimostrando una forza e una prontezza inimmaginabili. Soprattutto Recca scoprirà di essere in grado di generare del fuoco dalle proprie braccia. Scopriranno che a Yanagi è interessata il crudele Kurei,figlio di un magnate della finanza (in realtà fratellastro di Rekka) senza scrupoli che la vorrebbe "usare" per ottenere l'immortalità. Recca e i suoi compagni decidono di aiutarla, e man mano che la storia prosegue Recca e gli altri otterranno una forza sempre più prodigiosa e dei poteri incredibili. (fonte: Wikipedia)

La prima cosa che si nota da queste poche righe e' che , come in Yu Yu, abbiamo una serie di personaggi principali predefiniti che accompagnano il protagonista nelle sue imprese e migliorano insieme a lui con il tempo. Ma se il plagio si riducesse a questo sarebbe improprio parlarne. Cio' che colpisce di piu' e' invece il fatto che i personaggi hanno tratti caratteriali praticamente IDENTICI a Yusuke, Kuwabara, Kurama, Hiei e tante altre figure.
Per fare due esempi:
- Il protagonista e' un giovane scapestrato e che va male a scuola, ma estremamente bravo nel combattimento. 
Praticamente gemelli, se non fosse per la capigliatura..
- Il suo piu' grande amico in passato era un suo rivale ed anche lui si tratta del classico delinquente solo muscoli ma dotato in realta' di grande cuore.
Capigliatura strana, entrambi bulli della scuola, entrambi idioti ma buoni...
Hanabishi e Ishijima sono in sostanza Urameshi e Kazuma, senza ombra di dubbio.

Poi chiaramente altre figure in Flame of Recca hanno caratteristiche piu' o meno uniche, ma e' impossibile non associarle comunque in qualche modo al cast di Yu Yu Hakusho.
Fuuko per esempio e' un personaggio particolare: e' l' unica ragazza combattente nel gruppo di Recca.. la si puo' associare principalmente a due figure, Keiko (per lo spirito molto forte e carismatico) e Yukine (la sorella di Hiei: infatti, come Kuwabara e' innamorato di quest' ultima, Domon e' innamorato di Fuuko), ma presenta comunque un carattere che si distingue abbastanza bene dal resto.
Mikagami, altro membro del gruppo e' in sostanza una fusione molto stretta fra Kurama e Hiei; racchiude la freddezza e la calma del primo, mescolandole alla brutalita' in combattimento (e all' abilita' con la spada) del secondo. Giusto per farvi capire...


Tecniche diverse, esecuzione simile.
Ma personaggi a parte (c' e' ne sarebbero altri da citare ma voglio mantenermi sul semplice), altri elementi che risultano molto affini sono le saghe stesse, come ho gia' detto.
Come in Yu degli Spettri c' e' una saga in cui Kuwabara e Yusuke si infiltrano in una base nemica per salvare Yukine e incontrano un terribile avversario, ovvero Toguro; in Flame of Recca il protagonista e Domon vanno a salvare Yanagi, personaggio simile per molti versi alla sorella di Hiei, di cui Hanabishi e' innamorato. E anche qui fanno conoscenza dell' antagonista piu' importante del manga, ovvero Kurei, che e' un po' il Toguro della situazione, anche se ha una storia, dei motivi e un carattere abbastanza distinti.
Come Togashi ha realizzato un torneo di arti marziali fra Demoni nella sua opera, Anzai ha pensato bene di creare un torneo di arti marziali fra Ninja nella sua.. con elementi, sistemi di lotta e situazioni estremamente analoghe a quelle dell' opera da cui "prende spunto".

A sinistra l' Ura Butou Satsujin, a destra il Torneo delle Arti Marziali Nere:
le differenze sono a dir poco minimali.

E Infine, come nell' arco narrativo dopo il torneo, Yusuke e company si recano in una caverna a sconfiggere Sensui, anche Recca e company entrano in una caverna per sconfiggere il secondo villain della serie, Rasen.

Solamente l' ultima saga di Flame of Recca si puo' dire sia una cosa abbastanza a se stante, e fondamentalmente dimostra che l' autore, Anzai, non sia uno sprovveduto, visto che quando non lavora ricopiando di pari passo un altro mangaka, riesce a tirare fuori elementi e trovate parecchio interessanti.

Che conclusioni si possono trarre da questo? Che Recca no Hoono sia solo una scopiazzatura di quarta categoria e che non valga un unghia del capolavoro di Togashi? Si' e no.
L' ho gia' affermato all' inizio: questa e' una lettura che se presa per quello che e' risulta davvero gradevole, a prescindere da quanti elementi abbia "preso in prestito". I personaggi, per quanto gia' visti, riescono a fare breccia in chi legge; i combattimenti e i poteri, forse un po' banali, sono sfruttati al massimo del loro potenziale; e la storia in se rimane comunque avvincente, intrigante e piena di mistero.
Ritengo che, a parte i plagi, forse l' unico difetto che abbassa un po' la qualita' dell' opera e'che essa e' un po' piu' buonista e meno "cattiva" di Yu Yu. Togashi e' risaputo che inserisce spesso e volentieri elementi molto macabri e inquietanti nei suoi manga (basti pensare anche solo all' ultima saga, quella dei Tre Re dell' Inferno), mentre Noboyuki Anzai non ha mai sfruttato a pieno questi elementi, prediligendo invece un' approccio piu' sereno e positivo... anche se le fasi drammatiche non mancano (tutta la storia di Kurei per esempio..).
Personalmente dico a chi non l' ha ancora letto, di provare questo fumetto, un po' per vedere se si e' capaci di notare tutti i vari punti in comune con Yu degli Spettri, e un po' per gustarvi una trentina di volumi di puro e semplice divertimento fatto come si deve.