domenica 8 marzo 2015

Questo NON E' un articolo serio: cosa vuol dire DAVVERO declino?

Se pensate che il tema di questo nuovo post sia serio e impegnato vi sbagliate di grosso. Io tratto argomenti nerd e di cultura pop, non parlo di crisi, di situazione politica ed economica e altre robe veramente importanti.
Lasciamole agli esperti quelle... io preferisco preoccuparmi di futilita', Futilita' che pero' per me e per molti altri hanno un loro peso.
Certo, non si sta parlando di argomenti che definiscono le nostre condizioni di vita, ma sono osservazioni che, nel nostro piccolo, noi maniaci di fumetti, film, telefilm e altro amiamo fare.

Oggi dunque mi preme discutere con voi, popolo della blogosfera, della questione "calo di qualita'" di un' opera. Termine, questo, che spesso viene usato per indicare un momento in cui un prodotto (di intrattenimento popolare in questo caso) inizia a mancare di quella presa che precedentemente aveva sul suo pubblico.

E quando avviene questo? Voglio riportare quello che forse e' il piu' semplice e abusato esempio in ambito nerdistico sul concetto di "abbassamento di livello"...

La foto che nel vocabolario Nerd si trova alla voce "declino"
La seconda trilogia di Guerre Stellari e' vista praticamente dalla maggior parte dei fan della saga come un periodo nero, un orribile macchia che imbratta la bellissima e stupenda prima triade di film di George Lucas.
Io, personalmente, nonostante li abbia visti tutti, non sono mai stato un vero e proprio fan della serie... tuttavia non posso fare altro che concordare con la maggioranza degli Star-Wars-maniaci.
Il fatto che quella raccontata non fosse piu' una semplice fiaba ma una storia eccessivamente complessa; l' aver dato al concetto di Forza un' origine biologica/scientifica, rovinandone la natura "magico/mistica" che aveva precedentemente, l' uso della CGI eccessivo sono tutti stati fattori determinanti.
In sostanza, i prequel di Star Wars sono risultati inferiori rispetto alla storia originale perche' non hanno rispettato piu' le idee migliori su cui poggiava l' intera struttura della saga.

Ora, l' esempio massimo e' quello della serie cinematografica di Lucas, ma il concetto e' applicabile in molti altri ambiti: quand' e' che Dexter, il telefilm della HBO, decade vertiginosamente? Quando il personaggio comincia a diventare una parodia di se stesso, quando ormai l' idea di killer attento ai dettagli, di assassino che pianifica ogni singola mossa.. viene meno, e il resto della serie diventa un continuo scadere in cavolate e trovate a dir poco patetiche per non farlo scoprire. In pratica, anche qui il calo avviene quando vengono meno le cose che avevano fatto grande lo show televisivo.

le prime 2 stagioni era capolavori, dalla quarta in poi... meh....
Se prendiamo in esame un prodotto come Dragonball la questione e' leggermente diversa.
Molti dicono che dopo la saga di Freezer la serie perde il suo fascino, altri addirittura dicono che fin da quando arriva Radditz le idee iniziano a diventare stagnanti.. e la serie finisce col diventare solo uno scontro dopo l' altro, perdendo della sua natura piu' "giocosa e innocente".
Anche se questo in parte e' vero, perche' e' innegabile che quando Goku era ancora un giovane che sfrecciava sulla Nuvola Kintou la storia aveva toni decisamente piu' sereni; io non credo che con l' introduzione dei Saiyan si possa parlare di "calo". Ne' tanto meno con la saga di Freezer o Cell.
C' e' differenza fra cambiamento e peggioramento: Dragonball e' cambiato con il timeskip post-scontro con Piccolo. Goku adesso e' un padre, e' un adulto. I personaggi sono praticamente tutti sulla ventina e piu'. Ci sta che i toni siano meno "rilassati". Inoltre, l' introduzione di elementi fantascientifici quali alieni e viaggi spaziali e successivamente anche i cyborg stessi non ha fatto altro che rendere ancora piu' grande e interessante il mondo della serie, e ha dato un origine anche al suo protagonista.
Per come la vedo io.. la saga piu' brutta di Dragonball, nonche' l' unico vero abbassamento di livello lo si ha con lui...

Il maledetto Demone Rosa....
Questo perche' Toriyama non fa altro che riproporre all' interno della sua serie gli elementi che lo avevano caratterizzato durante i sui primi anni: ovvero la semplicita', l' innocenza e la comicita', cercandoli di inserire a forza in un contesto in cui ormai, vuoi per la potenza elevatissima dei personaggi, vuoi per gli anni che sono passati all' interno della storia (e anche al di fuori), stonano parecchio. Un villain pacioccone, carino e coccoloso come Buu non ha piu' davvero senso in una storia come quella di Dragonball, in cui figure come Goku o Vegeta hanno combattuto con alieni tiranni e cyborg che minacciavano il mondo intero.
Per carita', ci sono elementi che funzionano: la scena del sacrificio di Vegeta e' memorabile, l' idea delle fusioni e' stata geniale, ma purtroppo gestita male soprattutto per quanto riguarda Gotenks, altra figura eccessivamente comica per il contesto.

In sostanza: Dragonball e' calato quando Toriyama ha voluto riproporre elementi del passato che ormai, con i toni della serie, che aveva subito un cambiamento abbastanza drastico (ma graduale), centravano poco e niente.

Tutto questo per dire che bisogna stare attenti prima di parlare immediatamente di "abbassamento di qualita'". Molto spesso mi capita di sentirlo dire in ambiti diversi: "Jojo non ha piu' senso dopo la terza parte", "One Piece non e' piu' lo stesso dopo il timeskip", "Dr. House dopo le prime tre stagioni non si puo' piu' guardare". Tutte frasi che ho sentito ripetere fino allo sfinimento.. e nessuna di queste aveva delle ragioni davvero valide su cui basarsi.
Perche' spesso si confonde cio' che a noi non piace, con cio' che effettivamente e' peggiorato...  ed e' il modo piu' sbagliato per valutare una qualsiasi forma di intrattenimento.
Ci sta che un episodio di un telefilm, un capitolo uscito o addirittura un intera saga o stagione non ti possa piacere, ma bisogna sempre valutare quella parte di storia rispetto all' opera in generale e soprattutto, bisogna sempre tenere conto che finche' un' opera rispetta le sue premesse, le tematiche che si e' proposta di parlare fin dall' inizio, allora vuol dire che chi l' ha pensata ancora sta ragionando con le stesse idee che l' hanno portato a iniziarla, senza stravolgerle o modificarle solo per esigenze di altro tipo. E questo, e' solo un bene. ;)

Cosi'... dovevo mettere un immagine figa per concludere, e questa e'
la migliore che ho trovato. Guardatevelo Dr.House che vi fa bene. :D

venerdì 6 marzo 2015

Oda e i suoi personaggi

E gia', sono preso da un momento di grande ispirazione bloghistica in questo periodo.. e se ho qualcosa da dire, la metto per iscritto qua, dato che posso.
Dopo aver finito la Top 15 e aver parlato di One Piece alla fine, ne torno a parlare subito con questa piccola breve (circa) considerazione.. che riguarda principalmente il cast che prende parte alle vicende della storia, e anche le figure piu' secondarie e terziarie.
In sostanza: oggi parlo di Eiichiro Oda e del suo metodo di stesura e scrittura dei personaggi, uno stile semplice ma che immediatamente rende quel pirata o quel marine un prodotto marcato "One Piece".

Cominciamo col dire che la serie e' uno shounen pubblicato su Jump dal 1997.. e dal 1997 il suo cast di personaggi e' cresciuto come non mai... e il suo mondo si e' allargato: decine e decine di isole, di figure importanti, di pirati, di marine.. e come se non bastasse spesso e volentieri Oda, meglio di un qualsiasi sceneggiatore di Beautiful ha fatto tornare nella main story alcuni personaggi scomparsi dall' immaginario del lettore da 100 o anche piu' capitoli.
E come ha fatto dunque a renderli tanto riconoscibili, che anche dopo averli lasciati perdere per anni, una volta ritornati importanti, immediatamente sono risultati comunque familiari al lettore? Ha forse costruito a tutti quanti una psicologia complessa, un passato esploratissimo e una caratterizzazione approfondita? No. Semplicemente, li ha resi memorabili attraverso un design unico nel loro genere e una personalita' molto semplice ma d' effetto.. che si esprime piu' in gesti, catchphrase o piccole gimmick.

giusto per fare un esempio...
Obbiettivamente parlando Oda non si e' mai curato piu' di tanto di dare una qualche complessita' all' animo delle figure che presenta. Certo, ai Mugiwara ha fornito un carattere piu' distinto: grazie a flashback e grazie alle loro imprese insieme a Rufy, si sono evoluti anche interiormente, in un certo senso. Tuttavia non si e' mai spinto oltre questo, soprattutto, non lo ha mai fatto con figure da contorno, specie considerando la mole infinita di caratteri da sviluppare altrimenti.

O quantomeno... non lo ha mai fatto fino ad ora. Perche' nella Saga di Dressrosa, il mangaka si e' spinto in luoghi che come autore non aveva mai esplorato cosi' tanto. Se c' e' una cosa che sicuramente contraddistingue questo arco narrativo dagli altri.. e' la sperimentazione riguardante proprio i personaggi che ne fanno parte. Vengono addirittura mostrati tre o quattro flashback stavolta.. tutti su persone diverse e con valenze diverse. In uno di questi addirittura si fa riferimento al passato di uno scagnozzo "qualunque" di Doflamingo, Senor Pink.. e per quanto breve fosse, ha dato una certa importanza a una figura che fino ad allora era stata solo molto macchiettistica.
Tuttavia penso che il passo piu' largo e' stato fatto nello scorso capitolo:

... principles.

Bellamy e' una figura che parecchio tempo fa abbiamo piu' o meno detestato tutti. Era arrogante, smargiasso, egocentrico e parecchio montato. Senza contare che era una di quelle classiche figure che credono di essere forti... ma che non hanno la minima idea che stanno per fare una brutta fine. E ancora oggi le nocche conficcate per la prima volta sul volto della "Iena" rimangono piantate anche nella memoria dei lettori.
Tuttavia.. il pugno di Rufy sulla faccia rassegnata del suo vecchio nemico stavolta ha un significato be diverso.
Oda ha agito in maniera anomala: ha dato un' evoluzione al personaggio. Bellamy ha capito, dopo la sua sconfitta a Jaya, che fare il gradasso senza sapere contro chi si andava incontro lo avrebbe solo portato alla distruzione. E' cresciuto, e' maturato come persona.. e nel tempo ha anche imparato a stimare quel giovanissimo wanna be Pirate King che lo aveva messo K.O.
E' grato che "Cappello di Paglia" lo chiami amico, ma al tempo stesso, sa che non potra' mai esserlo davvero. Perche'? Perche' se e' vero che ha stima per lui, al tempo stesso nutre una devozione per Doflamingo completamente su un altro livello. Sa che e' un falso idolo da adorare, sa che Il Fenicottero lo vede piu' o meno come spazzatura, e sa che sara' impossibile per lui entrare nella Family.
E' cosciente di essere uno stupido a continuare a eseguire gli ordini per lui; eppure, se e' vero che questo lo rende un debole, dall' altro lato lo rende il piu' umano di tutti i nemici mostrati finora in One Piece.

Da sempre siamo stati abituati a figure di nemici che prima o poi, nel corso della storia si pentono. E' un' idea che al lettore piace, e non c' e' nulla di sbagliato. Vegeta di Dragonball ha un cambiamento graduale e gestito alla perfezione, idem per Ren di Shaman King per esempio.
A volte pero' capita di vedere nemici a cui bastano qualche bella parola, un breve discorso con il protagonista di turno per cambiare immediatamente opinione e decidere di stare dalla parte dei buoni. In Fairy Tail succede di continuo, idem per un manga come Tutor Hitman Reborn!, per dirne due.

Bellamy al contrario e' un antagonista che nonostante le parole di Rufy, nonostante tutto, rimane saldo nelle sue convinzioni, perche'? Perche' sa che non si puo' cambiare opinione e parte con cui stare semplicemente grazie a dei bei discorsi. Sa che lui e' nel torto e che Doflamingo e' un mostro vero e proprio, ma ha degli ordini, e troppa poca forza di spirito per andare contro ad essi.
"Anche gli stupidi hanno i loro principi" e' la summa di cio' che questo pirata, prima tanto odiato, adesso tanto compatito, e' diventato: uno stupido che comunque ha un suo codice da rispettare, un villain consapevole di esserlo e che anche se e' nel torto, decide comunque di dare tutto se stesso.

In questa saga, lo posso ammettere tranquillamente, questa scena di Bellamy e il suo scontro con il Mugiwara sono stati probabilmente due dei miei momenti preferiti.

Ora, so per certo che la mia opinione sara' contestata, perche' quelli che diranno "ma sto capitolo e' servito solo a fare incazzare Rufy!" o peggio ancora "sto personaggio e' veramente idiota!" ci sono e ci saranno sempre. Tuttavia, spero che almeno in parte, anche voi potrete capire il mio punto di vista sulla questione.

Un saluto, e ci vediamo al prossimo mirabolante articolo. :D

ma poi scusate.. come vi fa a non piacere uno che
ha il Jolly Roger che cita i Rolling Stones!

mercoledì 4 marzo 2015

Top 15 Shounen - ATTO III: I Pilastri Maximi

Dopo tanto tempo di silenzio rieccomi per proporvi l' ultima mirabolante e incredibile carrellata dei miei manga preferiti. Le ultime cinque posizioni rappresentano per me le colonne portanti del mondo del fumetto nipponico. Al punto che trovo difficile che in futuro io riesca a trovare una storia che mi appassioni e mi catturi piu' di queste.
Ma ciancio alle bande.... non perdiamoci in altri discorsi noiosi e fini a se stessi e partiamo subito con le ultime, ma piu' importanti posizioni della classifica!

Quinto Posto: Kenshin, Samurai Vagabondo (di Nobuhiro Watsuki)


Ovvero il miglior prodotto fumettistico di carattere storico mai uscito in Giappone. Molti lettori so per certo che quando sentono parlare di samurai e quant' altro cominciano subito a parlare di Vagabond, di Takehiko Inoue. Ebbene... per me Vagabond impallidisce e non riesce neanche lontanamente a raggiungere la profondita', la qualita' e la grandezza di questo manga. Una storia di vendetta, di redenzione e di battaglie sanguinose. Una parabola che parla della vita, della morte e dei loro significati, mostrando il percorso intrapreso dal Ronin Himura Battousai, nella sua ricerca di una vita priva di violenza.
Il cast dei personaggi principali di Rurouni Kenshin e' forse il gruppo meglio caratterizzato che io abbia mai visto. Nessuna figura e' lasciata a se stessa, nessuno risulta essere solo una macchietta e la progressione psicologica di tutti va aldila' di quanto ci si potrebbe aspettare da un qualunque autore di shounen. Nobuhiro Watsuki e' abilissimo nel tracciare la psiche delle figure che disegna.
E parlando di disegno..... tolte le scene di azione, sempre un po' confusionarie, lo stile e' pulito e il tratto parecchio originale. Senza contare che alcune scelte registiche del mangaka hanno ispirato grandemente autori come Eiichiro Oda o Hiroyuki Takei di Shaman King.

Quarto Posto: Hunter X Hunter (di Yoshihiro Togashi)


Yoshihiro Togashi lo si potra' condannare per molte cose. Per essere un irresponsabile che non si cura minimamente del fatto che ha un' opera ancora in corso incompleta, per essere uno sfaticato, per essere spesso molto approssimativo nel disegno.... ma se c' e' una cosa grazie alla quale io riesco a perdonarlo, e' proprio il suo capolavoro massimo. Il manga dei cacciatori e' l' opera piu' completa da egli mai realizzata. Sviluppa ed elabora all' ennesima potenza i concetti gia' presi in considerazione nell' ultima parte di Yu degli Spettri. I poteri complessi e inseriti in un elaborato sistema di combattimento, le battaglie strategiche in cui spesso i protagonisti devono affrontare con i mezzi che hanno avversari mille volte piu' forti di loro.
Se c' e' pero' una caratteristica che inquadra perfettamente Hunter X Hunter e lo distingue da qualsiasi altro shounen.. e' l' attenzione meticolosa e spesso quasi nozionistica e fine a se stessa per i dettagli anche piu' insignificanti.  E' un manga i cui l' autore non fa altro che inserire tutto cio' che LUI ritiene interessante, anche se non legato alla storia in se, anche se spesso "inutile".. e lo fa rendendolo sempre intrigante in qualche modo, arricchendo il mondo stesso da lui costruito. Un mondo si' fantasioso, ma al tempo stesso realistico.. ed estremamente macabro e inquietante alle volte.
A questo si aggiunge una grandissima esplorazione psicologica dei personaggi.. e in particolare degli antagonisti, che diventano spesso le figure piu' interessanti.

Terzo Posto: Dragonball (di Akira Toriyama)



Era impossibile non inserire Dragonball in questa Top. Per me e' stata l' iniziazione al mondo anime e manga. Senza di esso, senza l' ossessione che mi provocava, non sarei qui oggi. Non posso non considerare questo gioiello una delle colonne portanti della mia formazione come lettore e anche solo come persona.
Ok, finita la parentesi nostalgica, vediamo di parlarne un po' anche in via semi-obbiettiva. L' opera di Toriyama ha fatto da fondamento base per TUTTI.. e dico TUTTI i manga "di mazzate" moderni. Piu' di Jojo, piu' di Yu degli Spettri (che e' uno dei suoi primi "figli", se cosi' possiamo definirlo), piu' di tutte le vecchie glorie anni '80 e '90. Anche solo per questo, i cultori del genere dovrebbero nelle loro classifiche.
Nonostante gli evidenti cali avvenuti dopo la saga di Freezer... ma soprattutto dopo quella di Cell, dovuti 1) alla stanchezza mentale dell' autore, 2) alla pressione editoriale.. persino nei suoi momenti meno felici (Majin Buu) Dragonball e' stato per me una spanna sopra tutti i manga di questo genere.. principalmente per il fascino inimitabile che Akira-sensei e' riuscito a dare ad ogni singola pagina di ogni singolo capitolo.
In particolare sono da citare i combattimenti: tutt' oggi quelli di Dragonball sono a mio parere irraggiungibili nella gestione delle inquadrature, nell' organizzazione strutturale delle vignette e nei disegni stessi.

Secondo Posto: Le Bizzarre Avventure di Jojo (di Hirohiko Araki)



Perche' Jojo e', insieme a Dragonball e al manga al primo posto, l' unica serie che mi ha ossessionato talmente tanto da rendermi impossibile pensare ad altri manga con lo stesso interesse. Dopo una prima serie estremamente sperimentale e ancora radicata allo stile "Kenshiriano", dalla seconda in poi e' stato un vero e proprio crescendo: Araki ha introdotto il concetto di strategia nel combattimento, di sfruttamento del terreno di battaglia, di fortuna.. che gioca un ruolo vitale.
Tutto cio' che vediamo oggi nel fumetto nipponico per ragazzi: dai poteri unici e particolari, ai personaggi folli fino ad arrivare a intere ambientazioni e persino alle scelte stilistiche di design derivano, almeno in parte, dalle idee inserite nel manga piu' Bizzarro della storia.
E' una serie della quale adoro il puro divertissment nel cui opera Araki. Lui sa bene quali punti sfruttare della sua opera e quali corde tendere per rendere i combattimenti i piu' spettacolari di sempre.
E' vero che i problemi di fondo, a livello narraitivo e di intreccio, sono parecchi: di buchi di trama e situazioni poco chiare se ne potrebbe discutere per ore, tuttavia chi lo fa non ha colto che Jojo in realta' va visto solo per quello che e': un' opera dove e' la battaglia e il suo cast eccentrico e carismatico a dominare.. e dove la storia, quel poco che c' e', fa solo da contorno e da "scusa".
Per quanto riguarda l' aspetto "tecnico": Araki ha cambiato drasticamente il suo stile nel coso del tempo ma alcune scelte stilistiche uniche quali colorazioni folli del vestiario, design a volte esagerati, asimmetrici e ricercati, ma soprattutto le incredibili "pose alla Jojo" hanno contribuito a rendere questo il mio stile di disegno manga preferito di sempre.

Primo Posto: ONE PIECE (di Eiichiro Oda)


La gente che legge il mio blog da piu' tempo sapra' bene, o quantomeno avra' intuito che il mio manga preferito non poteva che essere questo. Io One Piece lo adoro. Lo adoro per una serie di motivi che se spiegassi davvero nel profondo, finirei per parlare per ore.
Dal mio punto di vista fumetti come quello concepito da Oda in Giappone sara' difficile che ne rivedremo mai. Sara' difficile per qualsiasi altro mangaka concepire una storia cosi' lunga e ben orchestrata; personaggi unici anche solo grazie a pennellate minimali ma che li inquadrano perfettamente e un mondo cosi' vasto da poterci creare teorie su teorie e permettere a chi legge di formulare saggi su saggi.
One Piece e' al tempo stesso il diretto erede di Dragonball e l' iniziatore di un nuovo modo di fare manga shounen. Il suo e' uno stile a cui tutti gli autori in futuro, inevitabilmente, si ispireranno. In esso si da uno spazio vastissimo al mondo circostante, esplorandolo in tutte le sfaccettature possibili, da quelle geografiche, a quelle scientifiche, culturali o anche politiche, in cui i temi, anche quelli piu' profondi, vengono trattati con naturalezza e spontaneita', senza renderli superficiali.
E' un ambientazione fuori dal comune, assurda, spesso esagerata ed esasperata tanto quanto la follia dei suoi protagonisti.. ed e' uno dei motivi per cui io la apprezzo in questo modo.
So per certo che, specie ultimamente, il numero di detrattori del manga e' aumentato, un po' perche' si e' appena entrati nella seconda parte e un po' perche' l' alone di epicita' e grandezza che i lettori (specie quelli giovani) respiravano con la conclusione della prima e' andato piano piano scemando. Tuttavia ritengo che parlare di "calo di qualita" non sia possibile. Anche perche' One Piece, e questo e' un altro suo pregio, e' rimasto sempre fedele a se stesso, senza mai dimenticare gli obbiettivi e gli elementi portanti su cui la storia si e' sempre basata: l' avventura, la voglia di liberta', la rincorsa verso i propri sogni, a tutti i costi.
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Ok, dopo eoni, ecco conclusa la classifica. Ora fatemi sapere cosa ne pensate voi e stei tiuned.. perche' la mia voglia di scrivere e' ancora tanta... per ora. :p