Non penso ci fosse modo migliore per iniziare questo articolo riguardo il sesto album del "signor Rezza Capa". Dopotutto, da aspirante scrittore quale sono, e' la frase che piu' mi rappresenta.
Cos' e' che ci racconta di bello il rapper meno rapper della storia stavolta? Un bel viaggio fra l' arte classica, medioevale e moderna toccando e citando di continuo opere e artisti di qualunque calibro. Museica quindi e' solo questo? Un tributo all' arte piu' sincero che mai? Forse. Ma non manca di quello spirito di critica ironica, tagliente e sarcastica che ha da sempre caratterizzato la produzione musicale del Capa nei suoi testi.
Cosi' pero' ci si ferma alla superficie, a cio' che l' artista ci ha sempre abituati ad ascoltare.
I cinque lavori precedenti direi che garantiscono la sua maestria strabiliante nel costruire meglio di un architetto le frasi, gli scioglilingua e i doppi sensi che compongono i suoi testi. "Il Sogno Eretico", tutt' ora il punto piu' alto da lui raggiunto per quanto mi riguarda, ha dimostrato addirittura una crescita e una maturazione ulteriore come paroliere.
Tuttavia, con "Museica" credo si arrivi ad un nuovo traguardo. Caparezza stavolta inserisce citazioni raffinate, frasi estremamente complesse da decifrare per l' ascoltatore abituale.. o anche per un fan accanito. Proprio come i capolavori artistici a cui fa riferimento nei brani, anche certe frasi sono di una ricercatezza unica.
Ricordo, per esempio:
" e non so nemmeno più da chi farmi governare, vedo circhi ma non vedo pane, dillo a Giovenale." - da "Giotto Beat"
In cui troviamo una famosissima espressione dell' autore latino Giovenale (II secolo D.C. circa): "panem et circensem", ovvero "pane e circo", cio' che l' uomo desidera di piu' al mondo. Meno letteralmente sarebbero "cibo e divertimento", o meglio ancora "Mc.Donald e T.V." al giorno d' oggi.
A prescindere dalla ovvia critica alla politica italiana, e' raro vedere rimandi cosi' dotti da parte di un cantante.
Qui la traccia per intero... che oltre a essere un tributo al pittore inventore
della prospettiva e' un enorme omaggio all' Italia degli anni '50 e '60.
La questione piu' spinosa.. capace di rendere questo sesto disco un progetto estremamente sperimentale non adatto a tutti, e' tuttavia tutta la parte prettamente "musicale".
Gia' il rapper aveva fatto capire tranquillamente le sue intenzioni con alcuni pezzi scritti nella raccolta precedente, come "E Chi se Ne Frega della Musica" o "Ti Sorrido mentre Affogo"... ovvero sto parlando della sua volonta' di fare qualcosa che vada aldila' del rap piu' semplice o della musica stessa, amata e cantata da tutti.
E stavolta lo fa sul serio, presentando 20 brani che mancano di quell' orecchiabilita'. Mancano di quell' aspetto prettamente melodico che rendeva le sue canzoni riconoscibili. Sono pezzi spesso disarmonici, violenti e sottomessi praticamente per intero al testo, sovrano incontrastato.
Questo lo si nota in brani come "Cover" o "Mica Van Gogh", dove mancano motivetti che ti entrano in testa come quello de "Il Sogno Eretico" o di "Vieni a Ballare in Puglia", e non sono nemmeno presenti basi strumentali particolarmente interessanti come ne "La Ghigliottina" o ne "La Marchetta di Popolino".
Forse la scommessa piu' grande e' stata proprio nella canzone con la quale ho voluto cominciare questo articolo.. "China Town" spicca anche in questo album cosi' unico nel suo genere (anche per Caparezza stesso), essendo, lo dice l' autore stesso, "la sua prima ballata" vera e propria. Un messaggio semplice e diretto, di amore incontrastato verso carta, china (per l' appunto) e inchiostro. Verso la scrittura.
In conclusione, ritengo Museica un lavoro piu' che riuscito per il Capa. Nonostante pensi che i livelli de "Il Sogno Eretico" siano tutt' ora quasi inarrivabili, e' di sicuro un ascolto assolutamente particolare e che non lascia del tutto insoddisfatti.
La questione della prevalenza totale del testo sulla musica in se si sente a volte, e rende difficile digerire certe scelte, ma il modo migliore per ovviare al problema e' di leggervi i testi.. perche' solamente un sentire passivo non fara' comprendere neanche il 50% del messaggio, specie in un disco come questo.
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